Città del Vaticano, 29 set – Papa Bergoglio come Mario Draghi: stipendio sospeso ai lavoratori senza green pass in Vaticano. Nuove regole in arrivo anche per quanto riguarda l’accesso alla Città del Vaticano dove, dal primo ottobre, per entrare sarà necessario esibire il green pass. L’obbligo riguarda residenti, dipendenti, lavoratori e anche i visitatori che, a vario titolo, vorranno entrare nell’area. Unica eccezione in cui il green pass non servirà è per chi va a messa in una delle chiese presenti. Lo conferma il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, spiegando nel dettaglio le norme del decreto generale pubblicato oggi.
Stipendio sospeso ai lavatori senza green pass in Vaticano
Nello specifico, le regole di accesso al Vaticano prevedono tra l’altro la possibilità di esibire un tampone negativo in alternativa alla certificazione verde. Ma la misura più dura riguarda i lavoratori. Come per lo Stato italiano (a partire però dal 15 ottobre) per chi è impiegato nell’area del Vaticano ed è sprovvisto di green pass, non solo non potrà accedere, ma gli verrà sospeso lo stipendio.
Udienze generali, servirà la certificazione verde?
Resta ancora da capire invece come funzionerà con le udienze generali con il Papa. A giorni è infatti attesa l’indicazione destinata ai fedeli che il mercoledì partecipano alle catechesi di Bergoglio. Ogni settimana si ritrovano in piazza San Pietro alcune migliaia di persone, ma ancora non è stato riferito se in questo caso le regole verranno equiparate alle celebrazioni in chiesa e resteranno quindi ad accesso libero, o meno. Tuttavia è plausibile che il green pass possa essere richiesto, anche considerato l’alto numero dei fedeli che partecipano alle udienze. Oltre al fatto che, escludendo la lettura biblica iniziale e la preghiera della benedizione finale, non si tratta di una messa.
Obbligo di green pass, ecco per chi vale
Comunque, come confermato da Parolin, l’obbligo del green pass riguarderà tutto il personale vaticano, compresi superiori, officiali e ausiliari, dei vari dicasteri, organismi ed uffici che compongono la Curia Romana e delle istituzioni collegate con la Santa Sede. Lo stesso dicasi anche per i “collaboratori esterni e coloro che a qualsiasi ulteriore titolo svolgano attività presso i medesimi Enti, al personale delle ditte esterne e a tutti i visitatori ed utenti”, ha spiegato il cardinale.
La Gendarmeria si occuperà dei controlli
Per quanto riguarda i controlli in Vaticano, sarà la Gendarmeria ad occuparsene. Ma “ogni Ente è tenuto a verificare il rispetto delle prescrizioni, stabilendo le modalità operative per l’organizzazione di tali verifiche”. Chi sarà senza green pass, come abbiamo detto, potrà comunque esibire “in alternativa, una certificazione di negatività al virus Sars-Cov-2, rilasciata in Italia a fronte di un test molecolare o antigenico rapido, con la frequenza indicata dalla Direzione di Sanità e Igiene del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano”.
Anche qui, come per lo Stato italiano, il costo dei tamponi sarà a carico dei lavoratori. Mentre chi non esibirà alcun documento, verrà considerato “assente ingiustificato”, conclude Parolin. E, per tutta la durata dell’assenza non verrà erogata la retribuzione, “fatte salve le ritenute previdenziali ed assistenziali, nonché l’assegno al nucleo familiare”. In ogni caso è prevista la possibilità di presentare un documento che attesti l’esenzione dal vaccino per motivi medici.
Adolfo Spezzaferro
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Chi va piano, va sano e va in Vaticano.