Città del Vaticano, 14 ott – Nuovi sviluppi sul caso Becciu. E’ stata arrestata dalla Guardia di finanza, su mandato di cattura internazionale emesso dal Vaticano, Cecilia Marogna, la donna che figura nell’indagine sull’ex numero 2 della Segreteria di Stato vaticana, il cardinale Angelo Becciu, che si è dimesso da tutti gli incarichi a fine settembre su richiesta di papa Francesco per il sospetto di speculazioni con i soldi della Santa Sede. Il mandato d’arresto è stato eseguito a Milano dall’Interpol congiuntamente con le Fiamme gialle. L’accusa nei confronti di Marogna è peculato per distrazione di beni. La donna sarà estradata in Vaticano e messa a disposizione dell’autorità giudiziaria d’Oltretevere.
I soldi per le operazioni umanitarie in beni di lusso
Nel mirino degli inquirenti vaticani sarebbero finiti bonifici per un totale di 500 mila euro che la donna avrebbe ricevuto dalla Santa Sede per operazioni umanitarie in Asia e Africa, e che invece, quasi per la metà, sarebbero stati utilizzati per l’acquisto di borsette, cosmetici e altri beni di lusso. Nel dettaglio, 12 mila euro sarebbero stati spesi per una poltrona in pelle Frau, 2.200 da Prada, 1.400 da Tod’s, 8 mila da Chanel. La 39enne manager cagliaritana avrebbe stretto relazioni con la Segreteria di Stato vaticana nel 2016, quando il cardinale Becciu era Sostituto per gli Affari generali – ossia il numero tre nella gerarchia vaticana -, accreditandosi come esperta di relazioni diplomatiche, mediatrice nelle crisi internazionali nonché sedicente analista di intelligence.
La società fantasma in Slovenia
In possesso di una lettera firmata da Becciu che la indicava come persona di sua fiducia, quella che è stata ribattezzata la “dama del cardinale” avrebbe beneficiato del denaro in diverse tranche fra il dicembre 2018 e il luglio dello scorso anno sul conto corrente della Logsic, una società di missioni umanitarie slovena, con sede nella capitale Lubiana, di cui risulta amministratrice. Versamenti tutti con causale “contributo per missione umanitaria”. Dalle indagini però risulta che la stessa Logsic sarebbe una società fantasma, visto che non figurano fatture né movimentazioni di denaro. La Marogna aveva giustificato la cosa dicendo che “trattandosi di operazioni riservate, nei bilanci non figurano compensi e fatture, inoltre il Vaticano non ha una fiscalità vera e propria. E io stessa non potevo certo emettere fatture”. Anche i beni di lusso acquistati a sentire la dama del cardinale sarebbero serviti per agevolare le trattative segrete. “Magari la borsetta era per la moglie di un amico nigeriano in grado di dialogare col Burkina Faso”, è la versione della Marogna.
Quei contatti con Carboni e Pazienza e la solidarietà della massoneria
Il giallo sui soldi della Santa Sede si allarga sempre più. Per sua stessa ammissione, la dama del cardinale è stata in contatto con il faccendiere Flavio Carboni, al quale aveva chiesto informazioni sulla storia dell’anonima sequestri. Ma ha avuto a che fare anche con l’ex agente del Sismi Francesco Pazienza. Tra l’altro nel 2010 Marogna era stata denunciata per appropriazione indebita, mentre ancora prima, nel 2002, per furto. Precedenti di cui Becciu sarebbe stato all’oscuro. Fatto curioso, poi, la Marogna ha ricevuto la solidarietà del Gran maestro del Grande oriente d’Italia democratico, Gioele Magaldi: “Sono indignato per l’arresto da Paese manettaro. Cecilia aveva proposto le sue competenze in Vaticano, non penso che i cardinali siano dei babbei”, è l’accusa del massone.
Ludovica Colli
1 commento
La C. Marogna (un cognome che è tutto un programma), appare una apprendista emula di F. Carboni.
Quest’ ultimo, tra l’ altro grande “passatore” di soldi (di chi, per chi e perché si sa ancora troppo poco alla faccia di certe sue furbe dichiarazioni e interviste, l’ ultima rilasciata al Fatto Quotidiano), è una figura che se passata ai raggi X dice tutto sulla amoralità e mancanza totale di etica che ha rovinato l’ Italia del dopoguerra. Così pure F. Pazienza e tipi similari dalle “medaglie” facili.
In Vaticano non ci sono certo babbei ma sicuramente indegni servitori della Chiesa. E da lungo, ormai fatale tempo.