Roma, 26 mag – Allarme vaiolo delle scimmie? Non proprio, ma il ministero della Salute evoca adesso nuovi vaccini e quarantene. La circolare in questione è stata emanata per fornire indicazioni su segnalazioni di casi sospetti, tracciamento dei contatti e gestione dei casi. Vediamo i punti salienti.
Leggi anche: Facciamo chiarezza sul vaiolo delle scimmie: origine, contagio, incubazione e decorso
Vaiolo delle scimmie, cosa dice la circolare del ministero
Ipotesi vaccino – “La vaccinazione post-esposizione, idealmente entro 4 giorni dall’esposizione” al vaiolo delle scimmie “può essere presa in considerazione per contatti a rischio più elevato come gli operatori sanitari, compreso il personale di laboratorio, previa attenta valutazione dei rischi e dei benefici”. Si mette insomma le mani avanti, valutando il vaccino al momento soltanto per il personale sanitario.
Farmaci antivirali – “L’adozione di contromisure di tipo medico farmacologico, inclusi specifici antivirali – spiega la circolare – può essere presa in considerazione nell’ambito di protocolli di uso sperimentale o compassionevole, in particolare per coloro che presentano sintomi gravi o che possono essere a rischio di scarsi risultati, come le persone immunodepresse”.
Ipotesi quarantena: Relativamente al possibile isolamento, la circolare precisa che “in specifici contesti ambientali ed epidemiologici, sulla base delle valutazioni delle autorità sanitarie, potrebbe essere richiesta l’applicazione di misure quarantenarie”.
Sintomi e monitoraggio – I contatti “devono essere monitorati almeno quotidianamente per l’insorgenza di segni/sintomi per un periodo di 21 giorni dall’ultimo contatto con un paziente o con i suoi materiali contaminati durante il periodo infettivo. I sintomi includono mal di testa, febbre, brividi, mal di gola, malessere, astenia, eruzione cutanea e linfoadenopatia”.
Tracciamento – La circolare del ministero specifica poi che il tracciamento “permette la rapida identificazione di nuovi casi, di interrompere la trasmissione del virus e contenere l’epidemia. Permette inoltre di identificare precocemente e gestire eventuali contatti a rischio più elevato di sviluppare una malattia grave”. Al fine di individuare nuovi casi, si legge ancora, “vanno considerati diversi contesti, tra cui famiglia, posto di lavoro, scuola/asilo nido, contatti sessuali, assistenza sanitaria, trasporti, sport, incontri sociali e qualsiasi altra interazione ricordata. Gli elenchi delle presenze, le liste passeggeri, ecc. possono essere ulteriormente utilizzati per identificare i contatti”.
Come ci si infetta – La trasmissione del virus “avviene attraverso il contatto stretto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee di una persona infetta, nonché attraverso droplet in caso di contatto prolungato faccia a faccia e attraverso fomiti. Inoltre, il virus può essere trasmesso per contatto diretto con i fluidi corporei di una persona infetta, il contatto di mucose o cute non intatta con lesioni esantematiche aperte o con oggetti contaminati come fomiti o indumenti”.
Trasmissibilità agli animali domestici – Permangono dubbi perché, stando a quanto precisato dal ministero, “attualmente, si conosce poco sull’idoneità delle specie animali europee peri-domestiche (mammiferi) a fungere da ospite per il virus del vaiolo delle scimmie. Tuttavia, si sospetta che i roditori, e in particolare le specie della famiglia degli Sciuridae (scoiattoli), siano ospiti idonei, più dell’uomo, e la trasmissione dall’uomo agli animali (da compagnia) è quindi teoricamente possibile”.
Alessandro Della Guglia