Milano, 23 dic – Anis Amri, lo stragista di Berlino, è stato ucciso nel milanese dopo una sparatoria. L’uomo è stato fermato nel piazzale della stazione ferroviaria di piazza Primo Maggio, a Sesto San Giovanni, intorno alle 3 di notte: gli agenti avevano notato un ragazzo tra i 20 e i 30 anni, probabilmente nordafricano, a piedi. I poliziotti gli chiedono i documenti per un controllo di routine. Lui fruga nello zaino, dal quale però estrae una pistola: urla “Allah akbar” e spara contro la pattuglia. Uno degli agenti cade a terra ferito ad una spalla. Il killer cerca di fuggire. I poliziotti, a quel punto, aprono il fuoco. E lo uccidono.
Tra i suoi effetti personali non vengono trovati documenti, ma un biglietto del treno che testimonia il suo recente arrivo dalla Francia. Dalle impronte digitali emerge il profilo di un latitante, un uomo ricercato per crimini pesanti. Alla fine arriva la conferma: si tratta proprio dell’attentatore di Berlino. L’Italia torna quindi ancora una volta nel percorso esistenziale e criminale del tunisino. L’uomo era sbarcato proprio sulle nostre coste nel 2011, minorenne. Era stato portato a Lampedusa dove aveva partecipato a una violenta protesta nel centro di accoglienza in cui era finito. Arrestato, era stato trasferito a Catania e poi a Palermo. Dopo aver scontato la pena di quattro anni di reclusione all’Ucciardone, aveva ricevuto un provvedimento di espulsione. Ma la Tunisia lo aveva rifiutato. Così, nel 2015, di lui si erano perse le tracce e si era spostato in Germania, dove poi è emerso dall’anonimato con la strage di qualche giorno fa. Ora si scopre che era tornato in Italia: da chi stava andando? Che contatti aveva nel nostro paese? Esiste una rete jihadista in Italia che dà supporto logistico ai terroristi? Domande a cui bisognerà dare in fretta una risposta.
di Redazione
3 comments
faccia di merda.
naturalmente non il tunisino,accanirsi contro i morti appartiene a chi di uno straccio rosso ha fatto una bamdiera.
faccia di merda chiunque ha fatto si che succedesse tutto questo.
A proposito…che guerra e che dittatura del cazzo ci sarebbero in Tunisia da accogliere quei signori come profughi ?
Io, invece, sulla carcassa di quell’essere marrone-merda ci avrei pisciato sopra volentieri. Spero che lo seppelliscano avvolto in una pelle di maiale.
Anche se le vittime non torneranno in vita sapere che questo suino è all’ inferno è ottima notizia. Spero che si replichi quanto visto a Nizza: dove è morto questo infame depositi di monnezza sputi e pietre. Come lui devono finire tutti i vigliacchi salafiti integralisti. Onore agli agenti che lo hanno accoppato.