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Tutti i medici contro il Dpcm: “Misure inutili e dannose, ha vinto il terrorismo”

by Elena Sempione
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Dpcm

Roma, 27 ott – Questo nuovo Dpcm, fortemente voluto da Giuseppe Conte, non piace a nessuno. Non piace di sicuro a molti italiani, che stanno protestando in tutta la nazione per le gravissime ripercussioni socioeconomiche che avranno queste misure anticontagio. Ma il Dpcm non piace neanche a diversi medici ed esperti, che non hanno esitato a bocciare sonoramente il governo e i soloni del Comitato tecnico scientifico (Cts). A usare le parole più dure è stata l’immunologa Antonella Viola dell’Università di Padova, che ha definito il decreto «una decisione irrazionale, cieca, assurda». Di più: il Dpcm «avrà un impatto disastroso sulla salute di moltissimi individui e di tutta la collettività. Nel tempo, aumenteranno i casi di depressione, i suicidi, la violenza domestica», ha aggiunto.

Bassetti: «Inutile chiudere i ristoranti»

Una chiara condanna è arrivata anche dall’infettivologo Matteo Bassetti dell’ospedale San Martino di Genova, che negli ultimi mesi si è distinto come la punta di diamante della corrente anti-catastrofista: «Dovevamo agire su quelle che sono le categorie oggi più colpite da quest’infezione, che sono gli anziani e i fragili. Se noi non mettiamo in sicurezza queste due categorie è inutile che chiudiamo i ristoranti». Peraltro, continua Bassetti, il governo non ha solo sbagliato in prevenzione e a varare questo Dpcm, ma ha anche «toppato» sui toni usati con la popolazione: «Questa comunicazione [del governo], che parte sempre da ciò che è negativo, non aiuta le coscienze degli italiani. Dopo nove mesi, la gente è in difficoltà. Soprattutto se non le dai una speranza di uscita».

Zangrillo sul Dpcm: «Ha vinto il terrorismo»

Contro il terrorismo psicologico di Conte e del governo si è scagliato anche il medico Alberto Zangrillo dell’ospedale San Raffaele di Milano:  «Non dobbiamo aver paura perché, come detto più volte, non dobbiamo confondere il positivo al coronavirus con il contagiato potenzialmente infettante e soprattutto ammalato». Secondo il medico di Berlusconi, infatti, «è difficile dire le cose in modo giusto ed essere creduti perché ho paura che in questo momento abbia vinto chi ha avuto come obiettivo quello di terrorizzare e spaventare. Confido nel fatto che vengano date delle risposte efficaci, tenendo conto che c’è un clima di terrorismo che è assolutamente immotivato e molto pericoloso», ha aggiunto.

Palù contro il lockdown: «Basta isteria»

Assolutamente contrario a nuovi lockdown, inoltre, è anche il virologo Giorgio Palùdell’Università di Padova. Dopo aver demolito il catastrofista Crisanti, in un’intervista al Corriere della Sera Palù non ha usato giri di parole: «Sono contrario [al lockdown] come cittadino perché sarebbe un suicidio per la nostra economia; come scienziato perché penalizzerebbe l’educazione dei giovani, che sono il nostro futuro, e come medico perché vorrebbe dire che malati, affetti da altre patologie, specialmente tumori, non avrebbero accesso alle cure. Tutto questo a fronte di una malattia, la Covid-19, che, tutto sommato ha una bassa letalità. Cioè non è così mortale. Dobbiamo porre un freno a questa isteria».

Anche la Gismondo e Sileri contro il Dpcm

Persino la virologa Maria Rita Gismondo dell’ospedale Sacco di Milano, che durante la prima ondata aveva preso abbagli su abbagli, ora pare rinsavita: «Queste misure [il Dpcm] di fatto creano un lockdown, peraltro con dei provvedimenti che io trovo assurdi» e «non credo avranno un impatto significativo sul numero dei contagi». Chiude in bellezza il viceministro della Salute in persona, Pierpaolo Sileri, che non ha esitato a condannare il suo stesso governo: «In terapia intensiva ci sono ancora molti posti e la crescita dei ricoverati non è esponenziale. Il numero dei positivi è altissimo ma la maggior parte di loro non è malata: bisogna distinguere e non creare inutile terrorismo», ha dichiarato in un’intervista a Libero. Anche perché, spiega Sileri, «durante la prima ondata si moriva in casa e il medico arrivava due giorni dopo il decesso. Ora non è più così».

Elena Sempione

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