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Torino, “sberla” a coppia gay di due donne: il tribunale dice no a due mamme

by Andrea Grieco
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Torino

La Corte di Appello di Torino ha confermato il no al reclamo presentato da una coppia di due donne unite civilmente e “madri” di due gemelli nati tramite fecondazione eterologa all’estero. Le due donne avevano richiesto il riconoscimento e legittimazione della propria maternità sui due bambini, domanda che era già stata negata in seguito alla decisione dei giudici di primo grado. Secondo la sentenza di secondo grado, le due madri non hanno diritto ad essere riconosciute come tali nell’atto di nascita, visto il divieto, sancito dall’art.5 della legge 40 del 2004, di accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita alle coppie di persone dello stesso sesso.

La coppia di donne di Torino perde anche l’appello

Oltre alla sentenza contraria, per le due donne è stato disposto una condanna al pagamento delle spese di giudizio pari a circa 4.857 euro a favore del loro Comune di residenza, Trofarello, alle porte del capoluogo piemontese. Entrambi madri per la scienza tramite fecondazione eterologa di due gemelli impiantati in Spagna e partoriti in Italia, le donne avevano avviato nella scorsa primavera una battaglia legale per il riconoscimento del titolo di «madre» per entrambe, in seguito al rifiuto di un impiegato comunale ad apporre la dicitura sul documento dei bambini.

Due madri non hanno diritto ad essere riconosciute entrambi

La “sberla” ricevuta dalla Corte di Appello torinese non lascia spazio a ripensamenti: nelle coppie omogenitoriali non possono esserci due madri, o due padri. Secondo gli stessi giudici: “Le due madri non hanno diritto a essere riconosciute come tali nell’atto di nascita, visto il divieto di accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita alle coppie di persone dello stesso sesso”. Il primo caso di registrazione all’anagrafe come genitori di due gemelli da parte di una coppia gay si chiude così con un sonoro rifiuto.

Andrea Grieco

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