Torino, 8 feb – Associazione sovversiva, istigazione a delinquere e detenzione, fabbricazione e porto in luogo pubblico di ordigni esplosivi: sono questi i capi di imputazione per i sei anarchici insurrezionalisti del centro sociale Asilo arrestati ieri mattina a Torino. E’ ricercata dalle forze dell’ordine una settima persona. Agli arresti è seguito lo sgombero dello squat perché ritenuto la base logistica dell’ associazione. La richiesta di emissione dell’ordinanza di custodia cautelare è stata fatta dal gruppo antiterrorismo della Procura di Torino.
21 attentati
Come riporta il Secolo d’Italia, gli arrestati sono accusati di aver “promosso, costituito, organizzato e partecipato a un’associazione sovversiva diretta a influire sulle politiche nazionali in materia di immigrazione mediante la ripetuta distruzione dei Cie/Cpr e con sistematici atti di violenza e intimidazione nei confronti delle imprese impegnate nella gestione delle sopra indicate strutture di accoglienza”. 21 sono gli attentati con finalità eversive attribuiti ai fermati, e a due di essi è stata attribuita la responsabilità diretta del posizionamento di ordigni esplosivi di fronte agli sportelli Bancomat di due uffici postali torinesi, nella primavera del 2016.
In combutta con gli stranieri dei Cpr
Le indagini della Digos torinese hanno dimostrato l’esistenza di “un’associazione stabile, munita di basi logistiche e mezzi, che ha portato a termine numerose azioni violente in piú Centri per l’immigrazione e il rimpatrio Cpr (in particolar modo quello di corso Brunelleschi a Torino) nonché di diverse società di servizi a essi collegate”. Lo scopo dei 6 leader dell’Asilo occupato era ostacolare la politica immigratoria statale annullando o depotenziando i Centri per rimpatri colpendoli con attentati. I fermati erano in quei casi in combutta con gli immigrati ospitati nei Cpr, che danneggiavano e incendiavano le strutture per renderle inabitabili. Gli indagati stessi fornivano gli inneschi per gli incendi. Gli indagati si sarebbero poi resi responsabili dell’invio di 21 plichi esplosivi a ditte di Torino, Bologna, Milano, Roma (Ambasciata di Francia), Bari, Ravenna tramite il servizio postale ordinario e agli gli uffici di Poste Italiane di Torino, Bologna e Genova. “I manufatti – si legge in una nota della questura – erano idonei a provocare danni e lesioni ai titolari e dipendenti delle società e ditte destinatarie dei plichi e ordigni, con l’intento, da un lato, di intimorire le vittime e, dall’altro, di arrecare danno allo Stato”.
Gli scontri
Scontri e momenti di tensione si sono poi verificati al corteo di alcune centinaia di anarchici che protestavano contro lo sgombero dello stabile in via Alessandria, covo dei presunti attentatori. Come di consueto i manifestanti hanno rovesciato cassonetti e lanciato grossi petardi. L’ingente spiegamento di forze dell’ordine ha fermato due persone. Lo sgombero dell’asilo occupato “e’ un intervento più volte richiesto nel corso degli anni e lungamente atteso da Città e residenti di Aurora, un quartiere che chiede semplicemente un po’ di normalità”, ha scritto su Facebook il sindaco di Torino Chiara Appendino, ringraziando la Questura e le forze dell’ordine intervenute.
Cristina Gauri
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