Taranto, 19 mag – Il Procuratore della Repubblica di Taranto, Carlo Maria Capristo, è attualmente agli arresti domiciliari: per lui l’accusa è di corruzione in atti giudiziari. Il medesimo provvedimento è stato emesso a carico di un ispettore della Polizia in servizio nella Procura tarantina e anche di tre imprenditori della provincia di Bari. L’inchiesta portata avanti dalla Procura della Repubblica di Potenza è cominciata un anno fa.
Le pressioni sul pm Curione
I fatti sono questi: a quanto riferisce Ansa, il Procuratore Carlo Maria Capristo tentò di indurre Silvia Curione, pubblico ministero di Trani, a perseguire ingiustamente una persona con l’accusa di usura, minacciando di ritorsioni il magistrato attraverso un coinvolgimento del marito, il pm Lanfranco Marazia, suo sostituto alla Procura jonica. Indagato per abuso d’ufficio e favoreggiamento anche l’ex Procuratore della Repubblica di Trani Antonino Di Maio.
Favoreggiamento per l’ex Procuratore di Trani
Le accuse mosse a quest’ultimo si riferirebbero agli atti da lui eseguiti in seguito alla ricezione di una relazione di servizio sempre dal sostituto Silvia Curione “in ordine alle pressioni ricevute da un ispettore di Polizia (Michele Scivittaro) a nome di Capristo”. Le accuse di favoreggiamento ora in capo a Di Maio sarebbero convalidate dalle scelte dello stesso di “procurare l’impunità di Carlo Maria Capristo”, tenendo alcuni “comportamenti omissivi”, ovvero non verificando se il Capristo fosse effettivamente coinvolto nella vicenda del processo a carico di una persona estranea all’accusa di usura.
Ilaria Paoletti