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Studenti contestano la Di Cesare per il post sulle Br, lei li accusa di “intimidazione squadrista”

by Michele Iozzino
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Di Cesare

Roma, 15 mar – Il post in ricordo della brigatista Beatrice Balzerani da parte della professoressa di filosofia dell’Università La Sapienza di Roma Donatella Di Cesare aveva scosso l’opinione pubblica e suscitato un mare di polemiche. Ora alcuni studenti contestano la docente, ma quest’ultima si difende accusandoli a sua volta di “intimidazione squadrista”.

La contestazione degli studenti

La protesta è stata organizzata da Forza Italia Giovani. Alcuni ragazzi con in mano una striscione e alcune fotografie sono entrati nell’aula dove la Di Cesare stava tenendo lezione. Le immagini ritraevano Aldo Moro e gli uomini della sua scorta, mentre sullo striscione era scritto: “Forza Italia Giovani ricorda”. Insomma, un messaggio abbastanza chiaro: non dimenticare il vero volto delle Brigate rosse e del terrorismo di estrema sinistra, mettendo al centro le violenze che hanno compiuto. La professoressa ha reagito a tutto questo squalificando la manifestazione e agitando l’immancabile spettro del fascismo. Sui propri social ha commentato così quanto accaduto: “Intimidazione squadrista di militanti di Forza Italia Giovani, esterni all’università, durante il mio corso di Filosofia su Walter Benjamin alla Sapienza. È la seconda volta che le lezioni vengono interrotte. Non mi viene consentito di svolgere il mio insegnamento, così come viene violato il diritto degli studenti. Non una pagliacciata, ma una violenta azione di squadrismo”.

La Di Cesare tra vittimismo e antifascismo

A vedere le immagini postate dalla stessa Di Cesare la contestazione sembra tutto fuorché violenta. Sulla propria pagina, Forza Italia Giovani rivendica come si sia trattato di “una protesta silenziosa e pacifica”. Anche la preside della Facoltà di Lettere e Filosofia de La Sapienza di Roma, Arianna Punzi, sconfessa la versione della Di Cesare. Infatti, rispondendo all’Ansa, sostiene che la professoressa “ha svolto regolarmente lezione” e che “le contestazioni ci sono state ma non hanno impedito alla docente di svolgere regolarmente le lezioni”. Insomma, non solo la Di Cesare vorrebbe farsi passare da vittima di inesistenti azioni violente, ma – quel che è peggio – usa l’antifascismo come clava pur di negare il sacrosanto diritto degli studenti di contestare chi vogliono.

Michele Iozzino

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