Roma, 19 gen — La polizia è sulle tracce di un gambiano accusato di avere drogato e violentato una studentessa americana della John Cabot University di Roma nella notte tra il 15 e il 16 ottobre scorso. Lo riferisce il Messaggero.
L’immigrato, che fino al giorno dello stupro risiedeva in un appartamento in via Simone Ghini, nel quartiere Giardinetti, a Roma, aveva poi fatto perdere le proprie tracce e dalla perquisizione non erano emersi elementi utili per rintracciarlo. Sparito nel nulla. Dopo quasi tre mesi l’immigrato continua a non farsi trovare. Era stata la stessa studentessa americana a indicare l’indirizzo del presunto stupratore agli investigatori, nel ricostruire — non senza difficoltà — la tragica serata della violenza.
Immigrato droga e stupra studentessa americana: la polizia non lo trova
La ragazza, una diciannovenne, aveva trascorso la serata con le amiche all’Alibi, locale di Testaccio. Le altre giovani avevano deciso di fare ritorno a casa mentre la vittima era rimasta fuori dal locale. Qui l’incontro con il gambiano, che le aveva offerto un drink in un locale. Poi buio assoluto. La vittima si era risvegliata nella casa dell’immigrato, che alla fine le aveva chiamato un taxi. Davanti agli agenti la vittima aveva fornito il numero di cellulare dello straniero, elemento risultato fondamentale per la sua successiva identificazione. Nei confronti dell’uomo, non è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare, ma è indagato per violenza sessuale e rapina. «Fortemente indiziato di delitto».
La droga dello stupro
Il gambiano, inoltre, è sospettato di avere versato del Ghb — la cosiddetta droga dello stupro — nel drink della ragazza, per intorpidirla e poter abusare di lei. «Lui», racconta la ragazza «mi ha chiesto di andare in un altro club poco più avanti rispetto all’Alibi. In quel momento, ero abbastanza lucida…sembrava essere un frequentatore abituale per come veniva trattato. Poi, mi sembra, ma non ne sono così certa, un paio di ragazze inglesi si sono avvicinate a me e mi hanno detto stai attenta, stai attenta. Non ho più altri ricordi di quella serata». Ha riferito di avere aperto gli occhi la mattina seguente, in una stanza buia. «In quel momento non ho fatto nulla, ero terrorizzata, lui era nel letto con me. Ho detto voglio chiamare il taxi e andare via. Lui mi ha bloccato la chiamata, mi ha preso i vestiti e mi ha ributtato nel letto. L’ho supplicato e a quel punto ha ceduto. Ho richiamato e sono venuti a prendermi».
Cristina Gauri
2 comments
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Ahh ma è un gambiano ? Ma allora nooo, siate clementi con gli ospiti almeno finché non ci squarceranno la gola.!!!