Roma, 13 nov – Clima teso in Spagna per l’attesa della formazione del nuovo governo guidato dal premier uscente Pedro Sanchez. Come annunciato dal Ministero dell’Intero, Madrid è pronta a mettere in campo migliaia di agenti antisommossa per contrastare la massiccia mobilitazione dei nazionalisti spagnoli contro il patto siglato tra il Psoe e le sigle indipendentiste e separatiste del Paese. Punto centrale dell’accordo è il disegno di legge sull’amnistia, il quale annullerà la “responsabilità penale, amministrativa e contabile” di oltre 300 indipendentisti catalani e circa 73 agenti delle forze di polizia.
Amnistia per i fatti di Catalogna
La proposta di legge che sarà discussa a breve al Parlamento spagnolo, avrà come effetto immediato il completo annullamento dei procedimenti giudiziari e delle condanne effettuate durante il cosiddetto Causa del procés, il processo intentato contro gli indipendentisti catalani tenutosi tra il febbraio e il giugno del 2019. I fatti contestati nel quadro del procedimento giudiziario si riferiscono alla consultazione del novembre 2014, il referendum dell’ottobre 2017 e la successiva dichiarazione unilaterale d’indipendenza della Catalogna. Al termine del processo 9 dei 12 imputati sono stati condannati per sedizione a scontare dai 9 ai 13 anni.
A rischio l’unità nazionale
Tale disegno di legge sarà presentato con la firma di tutti i gruppi parlamentari della maggioranza a sostegno di Pedro Sanchez: oltre al Psoe, Sumar, i catalani di Junts ed ERC, i baschi del Pnv e EH Bildu e i galiziani del BNG. Il governo che si sta delineando in Spagna è sorretto dalle maggiori forse indipendentiste e separatiste, guidate dai socialisti. Secondo i manifestanti la manovra ordita da Sanchez sarebbe un vero e proprio attentato all’unità nazionale, oltre che un tentativo di ribaltare i risultati delle ultime elezioni generali.
Andrea Grieco