Roma, 25 mar – Tre ordinanze di custodia cautelare in carcere e numerose perquisizioni, al momento ancora in corso in tutto il nord Italia. E’ questo il bilancio dell’operazione, denominata “Balkan connection” coordinata dalla procura di Brescia insieme alla Direzione centrale della polizia di prevenzione e che investe, oltre alla provincia lombarda, anche quelle di Torino, Como e Massa Carrara.
Dei tre arrestati, due sono cittadini albanesi (zio e nipote) mentre il terzo è un italiano di origini marocchine. Secondo le accuse avrebbero svolto attività di reclutamento di aspirati combattenti per le milizie dello Stato Islamico. L’italo-maghrebino, inoltre, sarebbe l’autore del documento di propaganda di 64 pagine, in italiano, che circola su internet da novembre scorso. I tre erano in contatto con Anas El Abboubi, già arrestato nel 2013 proprio a Brescia ma successivamente rilasciato dal tribunale del riesame, che oggi si troverebbe in Siria.
“Oggi non ci sono sintomi organizzativi reali nel nostro paese, non ci sono segnali specifici di minaccia”, aveva affermato non più tardi di ieri il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Nonostante le rassicurazioni del titolare del Viminale, il fenomeno dei cosiddetti foreign fighters mostra le sue ramificazioni anche in Italia, rendendo probabilmente ormai vetusto l’originario elenco dei 65 espatriati unitisi all’Isis.