“La Shoah entrerà nei programmi scolastici” (perché, non c’era già?)

Roma, 19 gen – La Shoah si insegnerà a scuola. Perché, finora non succedeva? Sì, ma pare non fosse abbastanza, e così il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, e il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei), Renzo Gattegna, hanno siglato, presso la sinagoga di Tempel di Cracovia, nel corso del Viaggio della Memoria, il “Programma operativo che rinnova il reciproco impegno a proseguire nella diffusione della conoscenza, presso le scuole italiane, della Shoah”, come si legge in un comunicato del Miur.

Giannini e Gattegna sono in Polonia con l’immancabile Laura Boldrini e con oltre 100 ragazzi delle scuole superiori italiane per l’annuale visita ad Auschwitz. Il Programma operativo prevede “la diffusione di progetti educativi e didattici sulla Shoah, anche attraverso una Summer school per insegnanti. Viene istituito un Osservatorio Nazionale per l’elaborazione di iniziative mirate e la ricognizione di quelle in corso, anche al fine di creare un portale on line per la condivisione delle informazioni”. Sì, ma in concreto? Non si capisce, a parte questa “Summer school” per insegnanti, che presumibilmente per “summer” avevano altri programmi, vedremo se li faranno saltare per sorbirsi corsi rieducativi sull’Olocausto in pieno agosto.

Fuffa a parte, non si capisce bene di cosa si parli: la Shoah rientra ovviamente già da tempo nei programmi scolastici, così come già da tempo al normale studio della storia si affiancano, per la questione in oggetto, gite, visite, viaggi, film, testimonianze, letture… Insomma, il sospetto è che dietro la scusa dell’approfondimento storico e del “dovere della memoria”, si vogliano ulteriormente politicizzare i programmi, prendendo spunto dalle tragedie del passato (peraltro selettivamente scelte) per condizionare in modo arbitrario il presente.

Giuliano Lebelli