Roma, 25 nov – Nella puntata di ieri sera di Non è l’arena, il programma condotto su La7 da Massimo Giletti, il tema trattato era quello delle tele-risse, genere che anche Il Primato Nazionale si sofferma di tanto in tanto a raccontare. “C’è un re indiscusso: non vi dico neanche come si chiama, perché tanto lo avete capito. Favorite il messaggio filmato…”, ha annunciato il conduttore lanciando un video che vedeva il critico d’arte Vittorio Sgarbi come protagonista. Una carrellata degli spezzoni delle “sbroccate” più memorabili del sindaco di Sutri, con Peter Gomez, Francesca Barra, Mario Giordano, Corrado Formigli, Luca Telese e Luisella Costamagna.
Paone bacchetta tutti
“Ecco, Beppe Grillo, quando inventò il Vaffa-Day, forse prese spunto propri da qui…perché finisce sempre in vaffa!”, commenta Giletti. E qui gli fa eco uno degli ospiti della serata, Alessandro Cecchi Paone, che ha colto la palla al balzo per bacchettare il critico: “Posso dire una cosa che ci riguarda entrambi?”, attacca. “Noi siamo stati formati nella Rai di quarant’anni fa, da grandissimi maestri. Neanche una parolaccia esce dalle nostre bocche, perché ce lo hanno insegnato all’epoca”. E qui l’affondo: “E allora io vorrei sapere perché uno che dice sempre parolacce debba continuare a essere invitato in tutte le trasmissioni…”. Lo stesso trattamento è stato riservato al telerissoso direttore di Libero Vittorio Feltri. Cecchi Paone ha subito attaccato: “Stiamo parlando di un grande direttore ma quello che non sopporto è che ce l’ha sempre con le donne, è misogino, non c’è altra spiegazione, è inammissibile. Per quello che ha detto a Vladimir Luxuria si deve vergognare!”
Moralista ignorante
Vittorio Sgarbi non è stato di certo a guardare e gli ha risposto affidando il proprio pensiero a un post su Facebook: “‘Non capisco perché continuano a invitare in tv Sgarbi che dice le parolacce’. Lo ha detto stasera a Non è l’Arena Cecchi Pavone. Cecchi Pavone che fa il moralista è una roba da Zelig“. E rincara la dose: “La parolaccia è nella vita di tutti i giorni, del calzolaio come dello studente. È nella letteratura e nel cinema. Nei fumetti e nella musica. Persino nella Bibbia. Solo un moralista ignorante come lui non lo sa. Il povero Cecchi Pavone non ha mai letto Pasolini. Lui, comunque, non è invitato perché è osceno anche senza dire le parolacce”.
Cristina Gauri