Roma, 21 lug – Pochi sbarchi e solo di barchini tunisini? “Sarà una coincidenza, eppure sono dieci giorni che non pendola alcuna nave Ong davanti alle coste libiche”: parola dell’ammiraglio (ris) Nicola De Felice. Eppure di primo acchito, agli albori della bella stagione, lo abbiamo pensato tutti: “Sarà la solita estate all’insegna dei continui sbarchi di clandestini sulle coste italiane”. Fino a dieci giorni fa tutto sembrava corrispondere alla più scontata delle previsioni. Eravamo di fronte alla solita lunga ondata. E se mai qualcuno lo avesse creduto davvero, già lo scorso anno è stato d’altronde smentito: il Covid non ferma i flussi migratori. Non si arrestano di fronte a un virus, serve semmai una decisione azione governativa. Eppure, nonostante proseguano gli arrivi di barchini tunisini a Lampedusa, negli ultimi giorni qualcosa pare cambiato. Al riguardo abbiamo fatto il punto con l’ammiraglio De Felice, esperto di diritto marittimo e da sempre schierato contro la tratta di clandestini nei nostri mari.
Ammiraglio De Felice, che fine hanno fatto le navi Ong?
“Dopo lo sbarco del 12 luglio scorso ad Augusta dei 560 clandestini da parte della nave Ong Ocean Viking, gli sbarchi in Italia provenienti dalla Libia si sono improvvisamente azzerati, secondo i dati del Ministero dell’Interno, a meno dei soliti barchini tunisini che arrivano direttamente a Lampedusa. Dall’inizio del 2021 varie Ong quali SoS Mediterranée, Save the Children e Medicins sans Frontière, che utilizzano costose navi di proprietà, alcune delle quali finanziate dalla Chiesa Evangelica tedesca e gestite da reduci dell’ex partito comunista della Germania dell’est Die Linke, hanno contribuito a triplicare il numero dei clandestini sbarcati in Italia rispetto al 2020 o addirittura ad ottuplicare i numeri rispetto al 2019, quando erano in vigore i Decreti Sicurezza emanati dal Governo Conte uno con Salvini Ministro dell’Interno. Questi ‘tassisti del mare’ operano normalmente in barba ad ogni norma internazionale del diritto marittimo, a dispetto della Legge del Mare dell’ONU (UNCLOS) ratificata da più di 200 Stati, contro i dettami che il Regolamento Ue di Dublino impone agli Stati di Bandiera di quelle navi quale territorio del primo passaggio illegale del migrante, incuranti delle competenze nelle aree SAR assegnate dall’ONU a Malta, Libia e Tunisia e certificate dall’Organizzazione Internazionale Marittima, contro il parere della Procura di Catania, del TAR del Lazio e della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che in più sentenze non hanno ravveduto la necessità di sbarcare i migranti illegali in buona salute in Italia”.
Ma come mai questo “miracolo” di zero sbarchi e zero morti in mare?
“Sarà una coincidenza, eppure sono dieci giorni che non pendola alcuna nave Ong davanti alle coste libiche. La flotta Ong presente nel Mediterraneo si è presa una vacanza: le due navi norvegesi Ocean Viking e Geo Barents sono alla fonda ad Augusta in quarantena per pandemia Covid, la nave tedesca Sea Watch 4 a Trapani con l’equipaggio a mangiare cannoli siciliani, l’altra tedesca Sea Eye 4 in fermo amministrativo Palermo per inquinamento ambientale e di pericolo alla navigazione, le tedesche Louise Michel e Alan Kurdi (quest’ultima sta cambiando nome in ResqPeople, con organizzazione italiana e presidente onorario l’ex magistrato Gherardo Colombo) in manutenzione nel porto ‘pirata’ di Borriana, in Catalogna, insieme alle spagnole Open Arms e Aita Mari. L’italiana “Mare Jonio”, pagata per prendere a bordo 27 migranti da una nave danese, con 4 indagati tra i quali l’ex no-global Casarini, ferma a Chioggia. Con zero morti in mare e zero sbarchi in Sicilia, si conferma dunque il fattore attrattivo delle navi Ong verso i clandestini paganti, risorsa essenziale per il business dei mercanti dei nuovi schiavi del XXI secolo”.
Un business oltretutto che appare ben calcolato…
“Sì, ben calcolato e modellato sui movimenti delle navi Ong, delle quali i trafficanti conoscono in tempo reale i movimenti e le rotte assunte attraverso Internet (vesselfinder.com), inviando i barconi zeppi di clienti paganti con carburante lo stretto necessario per arrivare a poche miglia dalle coste libiche giusto sottobordo alle navi ‘umanitarie’, in trepida attesa”.
E in tutto questo come si sta muovendo il governo italiano? La sensazione è che la sinistra continui a fischiettare…
“Il Parlamento ha approvato il rifinanziamento della missione delle Forze Armate per addestrare la Guardia costiera libica, alla quale da diversi anni il Governo italiano e l’Unione Europea hanno affidato il compito di impedire ai clandestini di partire dalle coste della Libia. Una situazione d’incanto sicuramente provvisoria che presto si infrangerà contro gli scogli dei disegni ipocriti e farseschi di una sinistra radical-chic mondialista e antitaliana, lontana dagli effetti deleteri che il fenomeno del flusso migratorio illegale innesca nelle periferie delle grandi città e impassibili nell’essere parte attiva della causa dell’aumento delle morti in mare”.
Eugenio Palazzini
5 comments
divieto di accesso nelle nostre acque,e due cannonate sotto la chiglia per una non appena lo violano.
vedrai come smettono ALL’ISTANTE, di essere un problema.
Forse non si tratta di un parere molto …. esperto, perchè subito smentito dai fatti! Basti vedere cosa è successo in Libia, Tunisia e Lampedusa tra lunedì e mercoledì!
[…] parla l’ammiraglio (ris) Nicola de Felice, sottolineando la necessità di denunciare alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) «il […]
[…] maltese, e sbarcati ad Augusta”, fa presente De Felice, esperto di diritto marittimo e da sempre schierato contro le navi Ong e la tratta di immigrati irregolari nei nostri mari. Mentre imperversano gli sbarchi, abbiamo fatto il punto sulla nave Ong che ha a bordo (anche) […]
[…] maltese, e sbarcati ad Augusta”, fa presente De Felice, esperto di diritto marittimo e da sempre schierato contro le navi Ong e la tratta di immigrati irregolari nei nostri mari. Mentre imperversano gli sbarchi, abbiamo fatto il punto sulla nave Ong che ha a bordo (anche) […]