Milano, 11 nov – Con una nota ufficiale l’ospedale San Raffaele bastona Burioni per il suo ultimo post su Facebook. Del resto prima o poi qualcuno lo doveva fare: l’immunologo e ricercatore, che da inizio pandemia ha cannibalizzato il dibattito sul coronavirus martellando gli italiani con una narrazione che definire terrorista è un eufemismo, ha qualche problema di contenimento del proprio ego. Il rischio è quello di straparlare o comunque addentrarsi in campi che esulano dalla propria competenza.
Contro Zangrillo e Bassetti
E’ nota ormai la battaglia di Burioni contro virologi e infettivologi (Bassetti e Zangrillo su tutti) che invitano alla calma e propongono una narrazione del contagio più razionale e meno apocalittica. Anche perché, come è stato riscontrato in queste ultime settimane, i toni catastrofici hanno (e Bassetti lo aveva previsto) terrorizzato a dovere la popolazione, che ora si riversa in massa nei pronto soccorso spesso per due linee di febbre. Il risultato? le strutture ospedaliere «Sono assediate da migliaia di persone asintomatiche o poco sintomatiche che si potrebbero tranquillamente curare a casa e che invece prendono d’assalto i pronto soccorso, intasano i centralini degli ospedali, fanno perdere tempo ai medici». Una «popolazione nel panico», spiega l’infettivologo, lungi dallo starsene tranquilla «genera solo caos». A queste parole fanno eco quelle di Zangrillo il quale, dati alla mano, sostiene che «il 60% dei pazienti che giungono in ospedale sono pazienti che vengono dimessi entro le 10 ore successive. Quindi sono i cosiddetti codici verdi».
Il post di Burioni
Parola alle quali Burioni ha risposto – seppur indirettamente, in maniere decisamente passivo aggressiva – con un post su Facebook: «Alcuni dicono che i pronto soccorso sono affollati da persone in preda al panico, e può essere vero. Ma quelle centinaia di persone che finiscono ogni giorno al cimitero a causa di Covid-19, sono spinte dal panico? Basta bugie. Basta bugie. Basta bugie», queste le parole diffuse da Burioni sui social.
La risposta del San Raffaele
Dare dei bugiardi a due stimati professionisti e primari di reparti ospedaliera in prima linea contro il coronavirus non è proprio una sciocchezza. Così, il Gruppo San Donato e l’università Vita-Salute San Raffaele hanno deciso di bacchettare ufficialmente l’immunologo, ricordandogli che lui, fino a prova contraria, negli ospedali non ci lavora, e invitandolo a parlare con rispetto: «In merito al tweet postato questo pomeriggio dal professor Roberto Burioni nel quale si fa riferimento ai pronto soccorso – scrivono l’azienda e l’ateneo – il Gruppo San Donato e l’università Vita-Salute San Raffaele si discostano dal pensiero del professore, in quanto le sue considerazioni sono del tutto infondate dal momento che non è a conoscenza della realtà clinica che si vive nei pronto soccorso e nei reparti Covid». Nella replica dell’azienda e dell’ateneo si invita anche il professor Burioni a sviluppare «considerazioni più rispettose della verità e del lavoro altrui».
Cristina Gauri