Roma, 4 gen – E’ di Saman Abbas il corpo ritrovato lo scorso 18 novembre a Novellara, in provincia di Reggio Emilia. “E’ stata identificata da un’anomalia dentaria, grazie a foto e video”, dice l’avvocato Barbara Iannucelli, che assiste l’associazione ‘Penelope’ ed è parte civile nel processo che comincerà a febbraio a carico di cinque familiari della 18enne pachistana uccisa barbaramente la notte del 30 aprile 2021.
L’identificazione di Saman Abbas e gli accertamenti
“L’osso ioide è fratturato nella parte sinistra e sono necessari accertamenti istologici per stabilire se pre o post mortem”, fa sapere il legale. La frattura dell’osso, nella parte anteriore del collo, avvalorerebbe l’ipotesi dello strangolamento subito dalla giovane. “Il passo avanti è sicuramente l’identificazione di Saman – dice ancora Iannuccelli – questa frattura importante che concentra tutti gli accertamenti sulla parte del collo e poi la richiesta, da parte della dottoressa Cristina Cattaneo, della nomina di altri consulenti, come il tossicologo e il genetista, con cui esamineremo, non oggi ma dopo, i vestiti della ragazza anche per verificare se ci sono tracce di Dna di altri soggetti“.
Ricordiamo che Saman Abbas scomparve da casa la notte del 30 aprile 2021. Ad oggi sono cinque gli imputati per il suo omicidio: lo zio Danish Hasnain, i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq (tutte e tre si trovano in carcere in Italia), il padre Shabbar Abbas (arrestato in Pakistan un mese fa, si attende l’udienza che ne decida l’estradizione in Italia) e la madre Nazia Shaheen (ancora latitante in Pakistan). Tutti e cinque sono accusati di omicidio in concorso, sequestro di persona e soppressione di cadavere.
Alessandro Della Guglia