Roma, 9 lug – Il saluto romano in caso di commemorazioni di morti non è reato. Il Tribunale di Sassari ribadisce quanto già stabilito della VI sezione penale del tribunale di Milano nel dicembre 2020. In quell’occasione i giudici milanesi assolsero otto imputati nel processo per il saluto romano al “Presente” per Sergio Ramelli, del 29 aprile 2016. Ancor prima, nel 2018, la Cassazione affermò che il saluto romano, se ha intento commemorativo e non violento, non può essere considerato un reato. Anzi, si tratta di una libera “manifestazione del pensiero” e non attenta minimamente all’ordine democratico.
Saluto romano, a Sassari tutti assolti: la vicenda
Ieri il giudice del Tribunale di Sassari, Sergio De Luca, ha assolto “perché il fatto non sussiste” 22 persone. Erano state tutte accusate, dal procuratore Giovanni Caria e dal sostituto Paolo Piras, di aver infranto la legge Scelba. Come mai? Perché il 2 settembre 2018, al funerale del docente universitario Giampiero Todini – celebrato nella parrocchia di San Giuseppe, a Sassari – avevano reso omaggio al defunto alzando il braccio destro e rispondendo “Presente”.
Il pm chiese nei confronti di tutti gli imputati una condanna a due mesi di reclusione e pure al pagamento di una sanzione di 200 euro. I legali della difesa hanno poi fatto notare che il saluto romano esaudiva una richiesta espressa dallo stesso defunto prima di morire. Nessun intento dunque di inneggiare al disciolto Pnf. Tesi poi ribadita in aula dal pm e dagli avvocati Antonio Mereu, Pierluigi Olivieri, Agostinangelo Marras e Bachisio Basoli.
“La sentenza di oggi – dice Luigi Todini, figlio del professor Giampiero – rappresenta la conferma che la libertà di opinione e la libera manifestazione del pensiero siano valori costituzionalmente garantiti. La giustizia ha fatto il suo corso”.
Alessandro Della Guglia