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Roma a pezzi, ma Marino sfila al Gay Pride

by Marta Stentella
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marino_gayprideRoma, 14 giu – Ieri per le strade della capitale si è svolto il Gay Pride con lo slogan “Liberiamoci!“, scritto sullo striscione rosa degli organizzatori. E insieme anche numerosissime bandiere arcobaleno, simbolo appunto della liberazione omosessuale, dei vari circoli Lgbt come il Mario Mieli, l’Arcigay e anche di Rifondazione Comunista. Migliaia i partecipanti che hanno sfilato per le strade di Roma attraversando piazza dei Cinquecento, via Cavour, Esquilino, Santa Maria Maggiore, via Merulana, Labicana, Colosseo e Fori Imperiali per poi confluire a Piazza Venezia al ritmo di musica dance. Inizialmente gli organizzatori parlano di 250mila partecipanti per poi raddoppiare la cifra e annunciare tramite il megafono di un camion: “Siamo 500mila”. In realtà i numeri sembrano essere decisamente gonfiati. In totale sono stati presentati, raddoppiando i numeri dello scorso anno, 20 carri promossi da altrettante associazioni e “partner” famosi come la Microsoft con i suoi dipendenti romani e l’Acea che ha preso parte alla parata con un’autobotte personalizzata con i colori dell’orgoglio Lgbt.

A tracciare un bilancio della giornata è Andrea Maccarrone, presidente del circolo Mario Mieli: “E’ il più grande Roma Pride che potevamo fare, i Fori Imperiali sono bellissimi, per una manifestazione che rivendica i principi della democrazia, dell’antifascismo, mai attuale come oggi, e dell’antirazzismo. Dignità a chi è venuto e a chi è rimasto a casa: donne, padri, migranti, travestiti, disoccupati, atei, cristiani, studenti, calciatrici, e tanti al Pride per la prima volta, tra famiglie e coppie d’amore omo e etero, con tanti eterosessuali qui con noi in piazza“.

E non importa che in piazza siano scesi gay seminudi in succinti completini sadomaso che lasciavano scoperte le parti intime, o trans che indossavano improbabili mise carnevalesche perché “le vere maschere non sono quelle colorate del pride, sono quelle dell’ipocrisia e dell’omofobia nascosta, i travestiti sono i ladri e i malfattori, loro sono i veri travestiti”, commenta Vladimir Luxuria.

E a proposito di ladri e malfattori… La vera notizia è stata la ritrovata voglia di parlare del sindaco Ignazio Marino che, con gran parte della sua giunta, ha sfilato in testa al corteo. Perciò, dopo una lunga settimana di silenzi, visto il coinvolgimento dei suoi uomini nell’inchiesta di Mafia Capitale, che sta letteralmente distruggendo il volto istituzionale della città in aggiunta alle immagini del degrado di una Capitale ormai allo sbando, anche in relazione alla gestione dell’emergenza immigrati, il primo cittadino di Roma torna a parlare dichiarando anche la sua voglia di festeggiare: “Oggi è un giorno importantissimo per Roma. Rispetto all’anno scorso siamo qua per festeggiare. Roma, la nostra capitale, la città dell’accoglienza, la città che crede nell’amore ha fatto delle promesse alla comunità rappresentata qui e le ha mantenute tutte. Abbiamo fatto la nostra parte e oggi è un giorno di festa. Tutti, proprio tutti, devono avere gli stessi diritti“. Si, per fortuna Marino in questi mesi, dopo averlo cercato con estrema fermezza, ha istituito il registro delle unioni civili in Campidoglio. Ora sicuramente i cittadini senza casa, senza servizi, senza sicurezza, tra ruberie, mafia e pericolo di contrarre malattie in seguito alla disastrosa gestione dell’immigrazione, potranno ritenersi soddisfatti e soprattutto dormire sonni sereni perché come dice appunto il sindaco stesso “a Roma l’amore conta, e non importa se la situazione tutt’intorno è tragica. Anche Imma Battaglia, consigliere comunale di Sel, è intervenuta affermando: “Il Pride è anche la festa della buona politica, che è anche uno schiaffo alla malavita di Mafia capitale, a Roma abbiamo fatto molto, e ora stiamo preparando un programma per portare nella Capitale il turismo gay, nelle prossime settimane presenteremo una app per smartphone, con il patrocinio del Comune, in cui i turisti gay avranno una guida ai locali, le associazioni, gli eventi della capitale dell’accoglienza“.

Incalza la presidente della Camera Laura Boldrini in un tweet, ribadendo la priorità di certe problematiche rispetto ad altre, scrivendo: “Una giornata importante per i diritti. La politica dia risposte a una società che cambia”. E poi il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: “Roma Pride – pari diritti per le persone Lgbt, più uguaglianza per tutti”.

Non poteva di certo mancare Vendola che afferma: “L’attuale discussione parlamentare non mi soddisfa assolutamente. C’è il mondo che gira velocemente nella direzione dei diritti, che non si possono dare col contagocce, briciole, frammenti di diritti”. Il leader di Sel, indignato, sfila con una maglietta con su scritto: “Renzi, sposati una causa di civiltà”.

Insomma in piazza, nella città in cui, come esprime il sindaco Marino “l’amore conta”, ieri ha sfilato l’uguaglianza, il rispetto, il diritto e la libertà. Anche la libertà di un transessuale di picchiare un omosessuale, reo di avergli/le domandato se fosse “operata”. Il video è stato pubblicato da “Il Fatto Quotidiano” in cui la vittima gay racconta l’accaduto ed esprime anche la sua posizione rispetto all’operazione di cambio sesso ritenendola “contronatura”. Perciò desiderare e accoppiarsi con persone dello stesso sesso è frutto di una scelta libera e naturale mentre desiderare di abitare in un corpo diverso, secondo gli stessi omosessuali sarebbe “contronatura”. Evitiamo di addentrarci in queste disquisizioni: l’importante è “liberarsi”. Ma da chi?

Marta Stentella

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