Roma, 20 giu – Una lite fra i “bravi ragazzi” dei centri sociali finita a pistolettate. È accaduto a Roma il 14 giugno scorso, anche se gli inquirenti hanno fatto luce sulla vicenda solo ora. Vittima dello sparo è stato un 26enne che, la sera in oggetto, si è presentato al pronto soccorso con una grave ferita da arma da fuoco ad un polpaccio. Sul momento l’uomo ha raccontato ai poliziotti, di essere intervenuto a difesa di una ragazza che stava litigando con il fidanzato in via Manfredonia e sarebbe stato proprio quest’ultimo a sparargli.
Entrato in ospedale in codice rosso, la situazione clinica del ragazzo si è però aggravata, a causa del proiettile che, invece di trapassarlo, gli è rimasto conficcato nella gamba. Operato d’urgenza, è stato poi intubato e trasferito in rianimazione nel reparto di terapia intensiva del Policlinico Casilino. Oggi le sue condizioni sono tuttora gravi, ma non corre pericolo di vita. Il racconto del giovane non ha convinto gli investigatori della Digos romana che hanno iniziato un’attività info-investigativa che permetteva di ricostruire l’accaduto.
Il ferimento, infatti, non è avvenuto in strada ma all’interno del centro sociale denominato “La talpa” sito in via Ostuni, durante un’irruzione da parte di alcuni appartenenti al movimento “Degage”, a cui il ferito risulta aderire, ed a sparare è stato il 44enne, ex appartenente al movimento “Action”, ora sindacalista Usi e responsabile del centro sociale “La talpa”. Nei giorni successivi al ferimento il 44enne si era reso irreperibile; è stato poi lui stesso a presentarsi in Questura dove è stato sottoposto al fermo di polizia giudiziaria e condotto a Regina Coeli con l’accusa di tentato omicidio.
Giorgio Nigra