Brescia, 6 feb — Recarsi al lavoro ogni giorno sperando di non subire rapine, minacce, pestaggi per mano di uno dei tanti stranieri che bivaccano la zona di via Milano, a Brescia, una delle più degradate della città (e presa d’assalto dalle risorse): è la realtà che sono costretti ad affrontare molti negozianti della città lombarda, come la tabaccaia che ieri si è vista puntare un coltello alla gola da uno straniero che l’ha minacciata per farsi consegnare l’incasso della giornata. Lo ha riportato stamattina il Giornale di Brescia.
Straniero le punta un coltello alla gola, “Dammi i soldi o ti ammazzo”
L’immigrato ha messo a segno la rapina in pieno giorno, senza preoccuparsi del rischio di incrociare altri clienti. «Dammi tutti i soldi o ti ammazzo», ha intimato l’uomo estraendo il coltello da cucina e puntandolo alla gola della donna, una 60enne. «Mia mamma per lo choc non riusciva più a parlare. Era terrorizzata, spiega la figlia della titolare. «Il rapinatore è entrato in negozio e sembrava un cliente normale. Dopo essersi guardato attorno si è avvicinato al bancone. Si è coperto il volto e ha estratto la lama. Che ha messo al collo di mia madre», prosegue il racconto.
In stato di choc
«Ha chiesto i soldi, mia mamma ha aperto la cassa e gli ha consegnato tutto quello che c’era. Ma lui avrebbe voluto altro denaro. “Dammi i soldi. So che ne hai altri”», ripeteva l’immigrato sempre tenendo bene in vista il coltello. «Ma non c’era più nulla e alla fine si è convinto». A quel punto il malvivente è scappato. «Ha incrociato un cliente sulla porta, mia madre era paralizzata dalla paura e non parlava più. Il cliente ha provato a inseguirlo, ma non è riuscito».
I titolari della tabaccheria hanno descritto nella denuncia il rapinatore come «un ragazzo di colore che da qualche giorno si aggirava per il quartiere», fatto confermato da altri residenti che sostengono di averlo notato nei paraggi nel corso dell’ultima settimana. «Stando al racconto di mia madre è il ragazzo che per due giorni è passato più volte davanti alla nostra tabaccheria».
Cristina Gauri