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Strasburgo, no al risarcimento per gli esuli istriani e dalmati

by Federico Rapini
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Risarcimento esuli istriani e dalmati Roma 3 apr-  Pochi giorni dopo il 10 febbraio di questo anno, il “giorno del ricordo” per tutti gli italiani istriani e dalmati uccisi nelle Foibe e costretti a lasciare la loro terra per mano dei partigiani slavi di Tito, i governi della Croazia e della Slovenia hanno depositato 90 milioni di dollari in un conto estero. Questi soldi dovevano servire come risarcimento agli esuli, come sancito dal patto di Osimo nel 1975 firmato tra Roma e Belgrado.

Il governo italiano sembra intenzionato ad accettare i soldi, tant’è che il deputato del Pd Ettore Rosato aveva dichiarato: “La mia idea è che il denaro possa essere destinato a un investimento culturale nella città di Trieste, proprio dedicato alla pagina delle foibe e degli esuli. Ma in definitiva sarà il governo a decidere in un secondo momento, una volta incassati i 90 milioni: nulla vieta che essi vengano destinati a indennizzare le famiglie che furono costrette a fuggire”.

Le associazioni degli esuli, invece, si sono mostrate contrarie ad accettare questi 90 milioni. Il motivo della contrarietà era stato spiegato da Antonio Ballarin, presidente di Federesuli: “Non vogliamo che quei soldi paghino la campagna elettorale del Pd”.

Non solo. Accettare questo piccolo risarcimento per gli esuli significherebbe mettere una pietra sopra alle sofferenze patite dalle loro famiglie, che hanno già dovuto accettare 70 anni di oblio e negazionismo.

Le associazioni istriane e dalmate puntavano infatti ad aprire una causa con gli stati balcanici affinché fossero risarcite singolarmente tutte le famiglie esuli, puntando addirittura ad una restituzione dei beni tolti dai partigiani slavi.

Ma da Strasburgo arriva l’ennesimo schiaffo all’Italia ed in particolare agli italiani istriani e dalmati.

La Corte Europa dei Diritti dell’Uomo, ultimo grado d’appello, ha rigettato senza motivazioni la causa portata avanti dalle associazioni degli esuli, che un anno fa avevano presentato l’ennesimo ricorso. Da sottolineare che la relatrice della Corte, Mirjiana Lazarova Trajkovska, proviene dalla Macedonia, paese della ex Jugoslavia.

Il governo italiano latita, come da 70 anni, e sembra sempre orientato a voler incassare i 90 milioni di Croazia e Slovenia.

La storia delle foibe ancora oggi trova pochissimo spazio nei libri di scuola e gli stessi politici italiani nulla fanno affinché gli infoibati e gli esuli abbiano almeno un degno ricordo. Figurarsi un degno risarcimento.

“Tutti se ne lavano le mani, a partire dallo Stato italiano – commenta il direttore dell’Irci (Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano- dalmata) di Trieste Piero Delbello – Ma anche la Ue dimostra di non essere l’Europa dei popoli, ma l’Europa degli affari e dei banchieri. E da questa non mi posso aspettare nessuna tutela dei popoli”.

Federico Rapini

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