Roma, 27 mar – Nelle settimane scorse aveva tenuto banco l’ipotesi riaperture non appena sarebbero terminate le festività pasquali. Alcuni esponenti della maggioranza si erano detti convinti di poter divergere totalmente dalle modalità di gestione pandemica del precedente esecutivo. Eppure, ad oggi si intravede poca chiarezza sul prossimo futuro. Per gli “aperturisti” esso non lascia presagire molti spiragli di un ritorno ad una vita normale. Anzi, in perfetta continuità con il governo Conte-bis si è istituita una zona rossa nazionale in occasione proprio del fine settimana pasquale.
Niente riaperture. Chiusi fino a quando?
Inoltre, è probabile che il lockdown sia prorogato almeno per le due settimane successive. Comportando così uno stop nazionale totale fino alla fine di aprile. Stando alle comunicazioni saltuarie del premier Draghi la curva epidemiologica rischierebbe un incremento consistente in caso di riaperture lungo la penisola. Pertanto, si ritiene maggiormente sicuro il proseguo del confinamento a cui dovrebbero far seguito i risarcimenti (ad oggi decisamente esigui ed insufficienti) per le attività costrette alla chiusura.
Tuttavia, è opportuno provare a presagire le future decisioni governative tenendo conto dei possibili scenari con cui dovrà ancora interfacciarsi il popolo italiano. La prossima stagione estiva rischia di percorrersi in maniera differente rispetto a quella dell’anno scorso. Essa, infatti, fu l’unico momento del 2020 di parziale ritrovo di normalità e possibilità di spostamento sul territorio. Anche in ragione di ciò appare probabile che stavolta vi sia maggiore discontinuità, con l’aiuto di qualche virologo pronto ad avallare la teoria dell’incremento dei contagi. E’ noto la seconda ondata del 2020 venne addebitata prevalentemente ad una presunta libertà eccessiva esercitata dagli italiani in estate. Un motivo in più per attendersi un cambio di passo in negativo con maggiori restrizioni in arrivo anche nel corso della stagione estiva ed un ampliamento di fallimenti per le attività balneari.
Tommaso Alessandro De Filippo
1 commento
A mio parere il cosiddetto “regime terapeutico” funziona un pò come la storia dell’asino e della carota.
Anche qualora vi fossero aperture, le persone possono stare tutta la vita distanziate? Ormai è passato un anno, non è una emergenza passeggera! Non credo. Abbiamo già visto cosa è successo quando aprivano. Poi si lamentano delle persone che andavano in giro. Venivano fotografati e messi nei giornali come irresponsabili! Insomma diventa un circolo vizioso dal quale è difficile “uscire” in maniera continuativa. Poi a ottobre si richiude? Sono tante le domande da fare, se a fare la politica saranno sempre i virologi dall’alto, dettando legge….
Se vai in un locale a vedere un concerto, ci vai “anche” per “stare” con la gente, altrimenti è meglio vederlo a casa(è un modo di dire che il contatto con gli altri è la base per rendere interessante una vacanza, una gita, qualsiasi cosa) Se uno vuole stare isolato, va in posti isolati.. di montagna per esempio. Ma andare in un posto semi-affollato tipo quelli famosi per vacanze estive, per stare distanziati dagli altri, non poter comunicare con estranei altrimenti crei “assembramento”, inizia a “perdere senso” a mio modestissimo parere.
Insomma: ad essere importante è non “solo” se apriranno, ma “come”, con quali limitazioni, obbligo mascherine che praticamente coprono il volto e tutto il resto. Vedendo altre realtà straniere.. che dicono di “aver passato” la pandemia addirittura, ma mantengono le limitazioni, queste domande è impossibile non porsele. Realtà come sale da ballo estive, per esempio, con il distanziamento obbligatorio rischiano di morire.. Si basavano molto sulla socialità, anche fra estranei. Già alcune erano in crisi anche con il “tutto aperto”, perchè molti si erano abituati a comunicare solo tramite i social, app o amici stretti. Un distanziamento “aggiuntivo”, non credo che faccia bene..agli incassi. Perchè per gestire una realtà ci vuole un “riscontro”.. se la gente non si diverte, o rimane isolata addirittura, si annoia.. non torna.