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“Le restrizioni sono libertà, la violenza è pace”. La distopia orwelliana nel 2022

by Francesca Totolo
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Roma, 22 feb – “La guerra è pace. La libertà è schiavitù. L’ignoranza è forza”, così George Orwell tratteggiava la neolingua su cui poggiava la distopia di 1984. Probabilmente, lo scrittore mai avrebbe pensato che, a settantatré anni dalla pubblicazione del romanzo, tale visione distopica sarebbe diventata realtà. Abbiamo già assistito a “la guerra è pace” durante le guerre dichiarate per “esportare democrazia” in Nord Africa e in Medio Oriente, le quali hanno avuto come unico risultato la destabilizzazione dei Paesi vittime delle “bombe umanitarie” occidentali. Il fallimentare ritiro dall’Afghanistan attuato da Joe Biden, con il seguente ripristino del potere dei talebani, e l’instabilità della Libia degli ultimi undici anni, a seguito della detronizzazione di Gheddafi, non hanno fatto scuola visto che il fronte si è spostato in Ucraina. La guerra non è stata solo combattuta con militari e bombe. Gli inclusivi Paesi occidentali hanno tentato e stanno cercando di piegare al loro volere Nazioni come la Siria e l’Iran attraverso armi ben più sofisticate, ma non meno distruttive: le sanzioni e gli embarghi.

“L’ignoranza è forza”, lo specchio della politica italiana

Assistiamo a “L’ignoranza è forza” quotidianamente. Dopo la caduta della Prima Repubblica, come risultato della tagliola di Mani Pulite, la politica stessa ha creato il suo antitetico, l’antipolitica. I partiti, nati dopo il 1992, hanno annoverato tra le loro fila esponenti senza competenze, senza ideologia e senza visione. Ciò ha traghettato l’Italia al “governo dei migliori”, giustificando tale manovra sulla base del fallimento della politica nel risolvere l’emergenza pandemia. Non è casuale la scelta di Mario Draghi come presidente del consiglio. Nel 1992, mentre Mani Pulite macellava i politici della Prima Repubblica, l’allora direttore generale del Tesoro si imbarcava sul panfilo Britannia, una crociera durante la quale si decisero le sorti dell’Italia. “L’ignoranza è forza” la vediamo quotidianamente anche nella comunicazione utilizzata dal governo e dai media italiani per sostenere la campagna vaccinale e le restrizioni. La “scienza” è stata trasformata in una nuova fede da idolatrare, un dogma che non può avere un contraddittorio. Chi si contrappone alla “scienza”, anche se lo fa sulla base di dati scientifici, diventa un eretico da sottoporre all’Inquisizione. A tal proposito, Mario Draghi ha sempre sostenuto che le decisioni sulle restrizioni, come il green pass, siano state basate sulla scienza e in accordo con il Comitato tecnico scientifico, e che “ogni decisione è stata guidata dai dati, non dalla politica”. Ma non è stato effettivamente così. Come è trapelato da alcune mail, poi pubblicate dal programma televisivo “Fuori dal coro”, un membro del Comitato tecnico scientifico evidenziava: “Confesso che anche io sono sconcertato da certe decisioni, rispetto alle modalità con cui vengono prese. Cito, ad esempio il nostro mancato coinvolgimento”. Il membro del Cts si riferiva all’obbligo vaccinale per gli over 50 deciso dal governo nel gennaio scorso. “Il green pass è un provvedimento di natura amministrativa, è una decisione politica intesa a far pesare la tutela della comunità più del diritto individuale”, scriveva il membro del Comitato tecnico scientifico nel novembre del 2021, quando il governo stava decidendo sull’estensione dell’utilizzo del certificato verde che veniva spacciato come strumento sanitario.

“La libertà è schiavitù” nell’inclusivo Canada di Trudeau

Veniamo all’ultimo slogan del Socing, “La libertà è schiavitù”, paradosso utilizzato per spiegare che l’uomo libero è sempre condannato alla sconfitta e alla morte. Solo quando si sottomette alla volontà del partito, l’individuo può aspirare alla salvezza e venire risparmiato dalla purga di regime. Ciò è stato ben evidenziato negli ultimi giorni in Canada, ovvero da quando Justin Trudeau ha dichiarato l’Emergencies Act, una misura che gli ha permesso di reprimere violentemente le proteste dei manifestanti del Freedom Convoy che, da tre settimane, occupavano pacificamente l’area antistante al Parlamento di Ottawa. L’obiettivo del Convoglio della Libertà era la fine delle restrizioni anti Covid e il ritorno alla normalità.

La violenza delle immagini che arrivano da Ottawa svela il vero volto di quel Canada “inclusivo” guidato da Trudeau: un’anziana manifestante schiacciata da un agente a cavallo, un altro manifestante, già immobilizzato a terra, picchiato da tre poliziotti, militari in tenuta da guerra che perquisiscono i mezzi del Freedom Convoy imbracciando fucili di precisione, lacrimogeni sparati ad altezza uomo. Questa è la vera anima del progressismo di Trudeau? Questo è il rispetto dei diritti umani del premier canadese? Lo ricordiamo chiaramente quando si inginocchiava per ricordare la morte di George Floyd, avvenuta durante un arresto negli Stati Uniti. Quell’inginocchiarsi è stato il leitmotiv delle proteste guidate dal movimento Black Lives Matter e dagli antifa, proteste che hanno insanguinato e messo a ferro e fuoco diverse città americane, tra saccheggi e devastazioni.

Presumibilmente, per Trudeau, la libertà di manifestazione riguarda solo le minoranze da incoronate dal mondialismo come giuste, perché utili alla narrazione del pensiero unico, e facilmente governabili, perché finanziate dai “filantropi” di sistema, come George Soros. Per Trudeau, contro i pacifici manifestanti canadesi, è giustificata qualsiasi forma di violenza, come le manganellate della polizia, l’identificazione coatta, il sequestro dei conti correnti e dei camion, il blocco delle raccolte fondi. Tutto è permesso quando bisogna sedare le proteste non allineate al sistema di potere che, peraltro, potrebbero estendersi globalmente dopo due anni di inutili restrizioni anti Covid, diventate strumento politico liberticida, nonché un mezzo di controllo della popolazione. Non ci dimentichiamo che Mario Draghi, nel luglio del 2021, giustificò l’entrata in vigore del certificato verde come misura di ritrovata libertà: “Il green pass è una misura con cui gli italiani possono continuare a divertirsi, ad andare al ristorante e a spettacoli all’aperto e al chiuso, con la garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose”. Rivisitando gli slogan del Socing: “Il green pass è libertà”.

Francesca Totolo

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2 comments

Manlio Amelio 22 Febbraio 2022 - 9:11

La Nuova Scienza Sciamanico Cabalistica e Quantistica delle Mrna e dei Green Pass per lo Stato di Emergenza in Eterno Riposo…

Bollettino Coronavirus Covid-19 del 22/2/2021: 9.630 nuovi casi, 274 decessi e Indice Rpt 5,64.

Oggi 22/02/2022 (Palindromo) giorno sfigato ah ah… 60.029 nuovi contagi da coronavirus e 322 morti, con tasso di positività al 9,9%.

ah ah “con la garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose” ah ah

ah ah (L.N.S.S.C.Q.M.GP.S.E.E.R.)

MA FIGURATI NON SI RIPRENDERANNO MAI I LORO DIRITTI STI ZOMBIE DELL’ITALIANI !

“Un popolo di pecore genera un governo di lupi“ (Edward R. Murrow).

By Manlio Amelio

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Loscuro 23 Febbraio 2022 - 10:49

…non é in ginocchio, trudeau, ma in posizione defecazione…

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