Roma, 11 nov — Inarrestabile e puntuale come lo stillicidio d’acqua, ecco arrivare l’ennesima inqualificabile vicenda riguardante il reddito di cittadinanza: questa volta, un nutrito gruppo di cittadini rumeni, tutti iscritti nei registri anagrafici del Comune di Cremona e di altri comuni della provincia, è risultato protagonista di una maxi-truffa dal valore di ben 60 milioni di euro. Oltre 9mila persone sono state denunciate dai Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cremona e Novara su disposizione della Procura della Repubblica di Milano; 16 le ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei membri dell’associazione a delinquere finalizzata alle estorsioni ed al conseguimento delle erogazioni pubbliche.
Reddito di cittadinanza, maxi truffa da 60 milioni di euro
I cittadini rumeni, pur senza averne i requisiti, sono riusciti a risultare beneficiari del sussidio di casa Cinquestelle: è quanto è emerso dalle verifiche condotte dalla Guardia di Finanza di Cremona. In poco tempo, l’indagine si è spostata su un nutrito numero di Comuni, come Castelleone, Soresina, Annicco, Casalmorano, ove è insediata una grossa comunità di rumeni. Il Gip Teresa De Pascale, ha scritto nel suo provvedimento di «un fenomeno criminale organico e unitario, con numerose altre domande inoltrate da persone residenti in quei comuni, all’Inps di Milano, in cui i soggetti dichiaravano falsamente di risiedere in Milano». L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dal pm Paolo Storari, ha permesso di identificare la registrazione di residenze negli stessi palazzi: 686 in piazzale Selinunte, 618 in via Degli Apuli, 566 in via Giambellino, 553 in via Bolla, nonché in altri indirizzi.
“Sti cogl*oni…”
Particolarmente istruttive per comprendere i buchi del sistema del reddito di cittadinanza, sono state le intercettazioni disposte dai magistrati. Nelle stesse si può sentire «sti cogl.. dell’Inps hanno accettato le domande Rem dei romeni». Nel registro degli indagati sono finiti pregiudicati, soggetti gravati addirittura da provvedimenti di cattura, nonché — per non farsi mancare nulla — anche nominativi di deceduti. Il caso più eclatante, in questa ultima prospettiva, riguarda il nome di una donna uccisa nel 2013, e che invece ora risultava beneficiaria del reddito.
Codici fiscali di rumeni mai stati in Italia
La strategia messa a punto dagli indagati, ricostruita durante le indagini, era piuttosto semplice: ci si presentava al Caf con in possesso i codici fiscali di cittadini rumeni mai stati in Italia; gli impiegati compiacenti prendevano dieci euro per ogni pratica illecita lavorata o in altri casi, sotto minaccia, erano costretti a farlo gratis. Impressionante il valore complessivo della truffa: ben sessanta milioni di euro, derivanti da reddito di cittadinanza e reddito di emergenza. Parimenti impressionante il numero delle persone indagate: novemila. 16 invece gli arrestati dai finanzieri, in tutta Italia, nelle città di Cremona, Lodi, Brescia, Pavia, Milano, Andria, Barletta e Agrigento.
Cristina Gauri
1 commento
Quelli nella foto sono zingari