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Quel problema di Facebook con la privacy: tracciati i movimenti del mouse

by Alessandro Bizzarri
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Washington, 2 nov – Le novità di Facebook non smettono mai di stupire. La piattaforma creata da Marc Zuckerberg sta infatti testando nuove tecnologie per permettere di tracciare i movimenti del mouse sullo schermo, per “migliorare le prestazioni della piattaforma” a detta dei tecnici, ma non solo: si stanno anche sviluppando software e algoritmi per imitare le reti celebrali in modo di sviluppare un approccio semantico ai contenuti e riconoscere, ad esempio, oggetti nelle foto per capire ciò che ci diciamo su facebook indipendentemente da quello che riteniamo opportuno scrivere; insomma, una vera e propria intelligenza artificiale pensata su misura per entrare nel più profondo intimo delle persone, talvolta consapevoli della violazione “legale” della propria privacy ma ormai quasi indifferenti al grande fratello.

Nato come uno dei tanti social network i cui iscritti potevano interagire tra loro tramite messaggi, status e foto, Facebook si è evoluto giorno dopo giorno entrando sempre più a fondo nella vita intima dell’utente; se ai suoi albori non era nemmeno possibile mettere i “mi piace” ai post dei propri amici oggi è possibile dire che possiamo conoscere una persona più con cinque minuti di navigazione su internet che con altrettanti di conversazione; non è più un mezzo pensato per le generazioni più giovani bensì su misura del singolo utente, che sia un teenager o di un padre di famiglia. Diventa sempre meno opzionale la scelta di iscriversi alla piattaforma, la cui espansione ha fatto si che diventasse un mezzo di comunicazione talmente diffuso , alla pari del telefono (spesso dotato di applicazioni per la connessione al social stesso), così da non poterne quasi farne a meno.

Tanto più il social network si afferma, tanto meno risulta possibile mantenere il proprio profilo anonimo e per pochi intimi (è stata anche levata la possibilità di non far comparire la propria pagina nelle ricerche). E’ possibile anche vedere sulla propria pelle come inserzioni pubblicitarie sempre più ad personam compaiano nelle home, seguendo sempre più a fondo le gli interessi dei loro destinatari in modo da rendere più efficienti (ed invasive) le comunicazioni di tipo commerciale; ed il team di Zuckerberg va comunque oltre, tentando di reperire informazioni sugli utenti anche senza sfruttare necessariamente le apposite sezioni riguardanti gli interessi personali che è possibile compilare volontariamente. Il 1984 è poi così lontano?

Alessandro Bizzarri

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