Roma, 2 set – E’ morto il critico d’arte, ex assessore, divulgatore televisivo nonché candidato – non eletto – alle Europee con +Europa, Philippe Daverio. E’ scomparso a 71 anni, dopo una lunga malattia. Aveva comunque trovato in Italia la propria personale America, con uno stile abbastanza snob e sui generis nella divulgazione televisiva dell’arte e quella posa un po’ da bohemienne decadente, accentuata dalla cadenza francese. Dal momento che ci piace ricordare tutte le varie sfumature dei personaggi quand’erano ancora in vita, ecco qui quanto dichiarò su CasaPound.
«I centri sociali di destra o sinistra vanno comunque tenuti dentro al sistema», affermava l’anno scorso a Piazzapulita. «CasaPound, però è una roba diversa. CasaPound è una specie di cumulo dell’analfabetismo attuale e va punta non perché è di destra o di sinistra, ma perché ha rubato il nome a Ezra Pound, porca miseria. Io l’anno scorso ero con la figlia, Mary de Rachelwitz, una poetessa fantastica», e qui interveniva la Boldrini con il consueto tono da maestrina: «Sì, gli ha fatto causa», proseguiva quindi Daverio: «”Questi hanno rubato il nome di mio padre!”, diceva la figlia. Un branco di analfabeti. CasaPound va a presa a calci in culo perché sono analfabeti, non perché sono fascisti!». Incalzava la Boldrini sussiegosa, con il ditino puntato: «Per tutti e due i motivi, diciamo».
Ed ecco qui, in tutto il suo «splendore» lo snobismo progressista che finge di voler mantenere e valorizzare le occupazioni, salvo poi dispensare patenti di presentabilità, di alfabetismo e di integrazione sociale, a seconda delle simpatie personali. CasaPound secondo Daverio andava punita in quanto composta da un branco di analfabeti; poco importano i quasi tre lustri di conferenze culturali, i convegni, le iniziative editoriali tenute nello stabile di Via Napoleone III. Poco importa, alla realtà distorta di questa mentalità, che la causa intentata dalla de Rachelwitz si sia risolta in un buco nell’acqua. Ciò che conta, in questa prospettiva, è solo escludere secondo convenienza, secondo i propri gusti, interessi, opzioni ideologiche. Grande cultura, quella di Daverio: e grandi, grandissimi paraocchi snob.
3 comments
C’è lo ricorderemo tutti? Io sicuramente no. Tranne che per il fatto che secondo me aveva litigato con il dentista. Denti gialli e pieni di placca e tartaro…
Era un, forse interessato, retrò. Da lassù potrebbe cambiare idea. Meglio di Sgarbi, comunque. Non ci vuole molto…
Breve aggiunta. Per capire la “zucca” di P. Daverio bisogna documentarsi sulla guerra fratricida in Alsazia-Lorena…. Da figlio della Alsazia ne ha certo “sofferto” troppo.