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Il “povero profugo inerme” ucciso a Fermo faceva parte della mafia nigeriana?

by Giuliano Lebelli
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black-axeRoma, 28 nov – Emmanuel Chidi Namdi – il ragazzo nigeriano morto il 5 luglio scorso a Fermo nel corso di una rissa i cui contorni sono ancora tutti da chiarire – faceva parte della mafia nigeriana? Il dato emergerebbe da una informativa del 20 luglio scorso, ma è emersa soltanto nelle ultime ore. Pochi giorni dopo i funerali del nigeriano, il vice questore di Macerata, Marcello Gasparini, membro della commissione regionale per il riconoscimento dello status di rifugiato, aveva inviato una segnalazione alla Procura in cui affermava testualmente “di aver appreso da fonte confidenziale, ritenuta attendibile, che al funerale di Emmanuel sono intervenuti membri della setta Black Axe, riconoscibili perché tutti indossanti abiti dal colore rosso e nero al fine, verosimile, di rendergli manifestamente onore e che la loro presenza rivelerebbe che il deceduto faceva parte della stessa confraternita. Come noto si tratta di un gruppo molto vendicativo”.

Soltanto sabato, ben quattro mesi dopo tale segnalazione, è stato aperto un fascicolo in cui viene contestato il reato di associazione a delinquere. Con tale informazione si complica ulteriormente la vicenda di Fermo, spacciata inizialmente da tutti i media come un attacco a freddo motivato da puro razzismo che aveva causato la morte di un profugo desideroso solo di ricostruirsi una vita serena in Italia dopo tante sofferenze patite in patria. Poi, pian piano, è emerso che sarebbe stato proprio il nigeriano ad attaccare Amedeo Mancini, oltre al fatto che lo straniero non sarebbe stato “ucciso di botte” ma sarebbe morto cadendo in seguito a un unico pugno ricevuto dall’italiano, sanguinante perché appena percosso con un segnale stradale da Emmanuel stesso. Ora, a tale ricostruzione si aggiunge un ulteriore elemento che cambia se non altro la percezione emotiva e mediatica del fatto.

Gli avvocati di Amedeo Mancini, Francesco De Minicis e Savino Piattoni, sono pronti a dar battaglia: “E’ stato depositato l’intero fascicolo del pubblico ministero – spiega l’avvocato De Minicis – che non contiene alcun nuovo atto sconosciuto alla difesa, ad eccezione di una sorprendente annotazione di polizia. Nella suddetta informativa Emmanuel viene indicato come possibile appartenente alla mafia nigeriana, alcuni esponenti della quale gli avrebbero reso onore ai funerali. E’ chiaro che questa novità è destinata cambiare radicalmente le carte in tavola”. Gli fa eco l’avvocato Piattoni: “E’ una novità deflagrante che dà una nuova luce alla vicenda, un colpo di scena molto importante”.

Giuliano Lebelli

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1 commento

nemesi 28 Novembre 2016 - 2:32

mafie nigeriane o meno,il fatto che importanti istituzioni si siano subito schierate a favore di una delle parti in causa (senza neppure aspettare un primo accertamento dei fatti e avallando così facendo la propagandata tesi “massacrato di botte per motivi razziali) è stata e rimarrà un insulto ai principi del Diritto ed alle ragioni della difesa, inaccettabile in un paese normale.

Poi,fermo restando che non si insulta nessuno,rimarrà un mistero come due Nigeriani provenienti da Benin City,ove di Boko Haram non vi è nemmeno l’ombra possano venire ospitati senza troppi problemi spesati dai contribuenti italiani.

A meno di non pensare veramente -come il guru Facebook dell’immigrazionismo Tommasini Saverio- che Boko Haram sia lo spietato DITTATORE della Nigeria..
(testuale)

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