Roma, 29 set – Il ponte sullo stretto di Messina è l’eterna delle incompiute. Non perché l’opera sia mai stata realmente iniziata, ma perché se ne parla da decenni senza che alcun governo – se si esclude qualche accelerazione, comunque mai definitiva, da parte degli esecutivi Berlusconi – abbia mai fatto sul serio.
La gigantesca opera infrastrutturale sembrava, così, ormai riposta nel cassetto alla voce “vorrei ma non posso”.
Ora, però, il progetto del ponte sullo stretto sembra poter ritornare in auge.
Tutto a causa del voto alle mozioni sulle iniziative a completamento dei lavori sulla Salerno – Reggio Calabria, quasi in via di ultimazione dopo un calvario durato mezzo secolo. Si attendeva una comunità d’intenti fra le varie forze politiche, ma è successo che Sel ha presentato un testo nel quale si impegnava il governo ad “astenersi da qualsiasi iniziativa volta a favorire in qualsiasi modo il rilancio e la realizzazione del progetto del ponte sullo stretto di Messina”.
Dall’aula è però arrivata una bocciatura alla mozione dei vendoliani. E, allo stesso tempo, è stato licenziato un testo a firma Area Popolare – Nuovo Centrodestra, con l’approvazione anche da parte del sottosegretario alle infrastrutture, il democratico Umberto Del Basso De Caro, in cui si propone di “valutare l’opportunità di una riconsiderazione del progetto del ponte sullo stretto come infrastruttura ferroviaria previa valutazione e analisi rigorosa del rapporto costi-benefici, come possibile elemento di una strategia di riammagliatura del sistema infrastrutturale del Mezzogiorno”.
Preso in controtempo,
il ministro Graziano Del Rio ha spiegato che “il sottosegretario ha semplicemente accolto l’invito fatto al governo di valutare, se lo vorremo, l’opportunità di riguardare i costi e benefici di quel progetto”.
Del Rio rimane comunque cauto:
“Non si tratta di una riapertura dei giochi. Dovremo valutare ma in questo momento il dossier non è sul mio tavolo, abbiamo dossier più urgenti”.
Roberto Derta