Roma, 23 lug – La Seconda Corte d’assise d’appello di Milano ha condannato all’ergastolo Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte per la strage di Piazza della Loggia, a Brescia, avvenuta il 28 maggio 1974. Lo scoppio della bomba causò otto morti e 102 feriti.
I magistrati hanno quindi puntato il dito contro la famosa “cellula veneta di Ordine Nuovo” a cui da tempo la magistratura italiana attribuisce ogni serie di nefandezze.
La sentenza è arrivata ieri sera, dopo otto ore di camera di consiglio.
Per l’accusa, Tramonte avrebbe partecipato a tutta la fase di preparazione all’attentato, mentre Maggi, che oggi ha 80 anni, sarebbe stato il mandante.
Il processo per la strage ha visto quattordici puntate in cinque istruttorie. Nell’ultimo episodio processuale erano finiti sul banco degli imputati, oltre a Maggi e Tramonte, anche Delfo Zorzi, il generale dei carabinieri Francesco Delfino e l’ex segretario del Msi Pino Rauti. Tutti e cinque erano stati assolti per insufficienza di prove il 16 novembre del 2010, e poi in appello il 14 aprile del 2012.
Il 21 febbraio del 2014, però, questa sentenza è stata bocciata in parte dalla Cassazione, che ha confermato le assoluzioni di Zorzi, Rauti e Delfino ma definito “ingiustificabili e superficiali” quelle di Maggi e Tramonte, in qualche modo “chiamando” la condanna di ieri. Che è puntualmente arrivata e che ora difficilmente potrà essere bocciata dalla stessa Cassazione.
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