Roma, 25 giu — Un’ampia operazione di contrasto alla pedopornografia condotta dalla Polizia Postale del Lazio e di Roma ha visto tre arresti, per detenzione e scambio di materiale pedofilo. Tra questi un imprenditore capitolino di 48 anni che per essere ammesso in un club virtuale esclusivo aveva scambiato video e immagini della figlia minorenne: una prassi, questa, non insolita per i gruppi clandestini di pedofili che così facendo ritengono di potersi proteggere da infiltrati e soprattutto costringono tutti i membri all’omertà.
Pedopornografia, padre scambiava video della figlia minorenne
Arrestati assieme all’imprenditore, un 26 enne viterbese e un cameraman romano di 32 anni; tutti e due sono stati trovati in possesso di enormi quantità di foto e video. L’imprenditore in realtà era recidivo, poiché nel 2018 era stato arrestato per un analogo reato legato alla pedopornografia: l’operazione di polizia ha avuto modo di constatare come appena scontata la condanna ricevuta, l’uomo abbia ripreso esattamente da dove aveva interrotto, iniziando a dialogare su sistemi di messaggistica con altri utenti, in lingua inglese, palesando il suo interesse di natura sessuale per i minorenni. Proprio qui era stato agganciato da altri membri di un club esclusivo per pedofili, il cui accesso è limitato a chi possa inviare materiale originale e in genere autoprodotto: una condotta autoincriminante capace, come detto, di scongiurare in apparenza il rischio di infiltrati. Così l’uomo aveva affermato di avere due figlie di 6 e 14 anni e aveva inviato delle foto raffiguranti minori in biancheria intima.
Tutti gli arresti del blitz
Come prassi, tutti i supporti tecnologici sono stati sequestrati e la polizia ha avuto modo di rinvenire in uno spazio Cloud appositamente dedicato, un cospicuo quantitativo di video e foto a contenuto pedopornografico: il materiale era catalogato in cartelle tematiche. Inoltre gli inquirenti hanno rinvenuto la biancheria intima indossata in foto dai minori oggetto degli scatti dell’imprenditore, consentendo così alla polizia di identificarli e di arrestarne l’autore. Il 26enne viterbese è stato invece arrestato in flagranza di reato.
L’operazione di contrasto alla pedopornografia, condotta dalle polizie postali di Roma e di Viterbo coordinate dalla Procura di Roma, ha preso avvio dopo le plurime segnalazioni ricevute da una nota piattaforma di storage in cloud. Gli inquirenti, analizzando così i flussi informatici, sono riusciti a risalire a un utente che aveva nel proprio personal computer diversi file pedopornografici. Dopo il sequestro di smartphone, personal computer e altri strumenti tecnologici, sono emerse migliaia di immagini oscene con protagonisti bambini, molto spesso anche di tenera età. Arrestato in fragranza di reato anche il cameraman trentaduenne residente in provincia di Roma. Per tutti e tre è stata disposta la misura della custodia cautelare in carcere.
Cristina Gauri