Milano, 3 ago – “È facile colpire un aereo”. O almeno di questo sembrava convinto Aftab Farooq, il pachistano di 26 anni residente a Vaprio D’Adda ed espulso dall’Italia con decreto del ministero degli Interni a causa della sua preoccupante radicalizzazione in senso jihadista. L’uomo era sotto sorveglianza da un anno. Fra le frasi captate dai carabinieri, alcune lasciano pensare alla volontà di colpire obbiettivi in prossimità dei luoghi in cui viveva. Passando in macchina davanti all’aeroporto Orio al Serio di Bergamo, per esempio, avrebbe detto: “Vai a fare saltare uno o due aerei. Vedi è facile colpire un aereo. C’è solo il filo spinato”.
In gennaio l’uomo aveva anche giurato fedeltà all’Isis: “Giuro di essere fedele al Califfo Al Baghdadi con obbedienza e devozione sono pronto a difenderlo e uccidere per lui davanti ad Allah seguendo il Corano” aveva detto, registrato dai carabinieri, mentre aderiva on line allo Stato islamico. “Per costruire bombe non servono cose speciali. Basta entrare in questo grande magazzino e comprare prodotti normali”, dichiarava davanti ad un centro commerciale nei dintorni di Milano. La notte di Capodanno 2015, Farooq è convinto: “Dobbiamo fare attentati in Europa. Bisogna uccidere dei militari, due o quattro. Lo facciamo”. E ancora in un’altra occasione: “Gli europei devono avere paura non possiamo lasciarli tranquilli”. Tra gli obbiettivi del pachistano, una “fabbrica di whisky”, come chiama un’enoteca di Vaprio d’Adda. “Mettiamo fuori una bomba o spariamo colpi di kalashnikov – sostiene – Non ammazziamo le persone, ma così avranno paura”.
La moglie viene picchiata regolarmente dall’uomo, ma allo stesso tempo viene addestrata affinché un giorno possa andare in Iraq “ad ammazzare gli sciiti”.
Roberto Derta
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Non bisognava espellerlo, perché tornerà. Bisognava ucciderlo.