La tragedia della giovane Saman Abbas, la ragazza di 18 anni originaria del Pakistan uccisa a Novellara nella notte tra il 30 aprile e 1 maggio 2021 solamente per essersi rifiutata di acconsentire ad un matrimonio combinato, travolge anche il fratello della vittima. Adesso la Procura di Reggio Emilia ha reso noto l’inizio delle indagini in relazione alle minacce ricevute dal fratello di Saman, all’epoca dei fatti minorenne. Secondo gli inquirenti sarebbero stati gli stessi parenti del ragazzo, il quale aveva accusato i propri familiari dell’omicidio della sorella pochi giorni dopo la sua scomparsa, ad esercitare pressione nei suoi confronti durante il processo.
Pressioni della famiglia al fratello di Saman Abbas
Gli accertamenti della Procura hanno fatto emergere che il fratello di Saman avrebbe mantenuto i contatti con la madre, Nazia Shaheen, e con altri appartenenti al nucleo della famiglia in Pakistan. Il padre Shabbar Abbas avrebbe telefonato al figlio in Italia dopo la fuga nel Paese d’origine e chiesto di scaricare la colpa della violenza su un altro parente: “Tu devi dire che Danish e gli altri non hanno nessuna colpa”, e poi ancora, “devi dire che l’altro parente è venuto a casa nostra e ha detto che ci avrebbe pensato lui. Adesso dobbiamo incastrare a questo qui”.
Clima di tensione tra minacce e pressioni
Il processo nel quale sono imputati per l’omicidio della giovane ragazza pakistana i due genitori, lo zio Danish Hasnain e due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq è iniziato nel febbraio 2023. Il clima di tensione, pressione e minacce ha travolto il fratello, testimone chiave del caso, e ora il procuratore Gaetano Calogero Paci ha aperto un fascicolo contro ignoti anche per questi fatti.
Andrea Grieco
