Milano, 12 giu – Ieri sera, poco prima delle 22, un capotreno e un macchinista della linea Trenord sono stati aggrediti a colpi di machete da un gruppo composto, secondo le prime ricostruzioni, da giovani sudamericani, in numero da tre a cinque, a bordo del treno alla fermata di Villapizzone, periferia nord di Milano zona Politecnico. Il capotreno ha perso un braccio, amputato a causa del colpo ricevuto dai medici dell’ospedale Niguarda, dove si trova ricoverato in gravi condizioni. Il ferroviere macchinista, di 31 anni e al momento del fatto libero dal servizio, è intervenuto immediatamente in difesa del collega, subendo nella colluttazione un trauma cranico e finendo ricoverato al Fatebenefratelli.
Una donna, terrorizzata, sarebbe fuggita subito, ma gli inquirenti avrebbero a disposizione altri testimoni oltre alle due vittime nonché le immagini delle telecamere di sorveglianza installate lungo il passante ferroviario.
In ogni caso, due sudamericani – uno sporco di sangue – sono stati prontamente fermati e portati in questura per l’interrogatorio.
Perché tutto questo? Secondo quanto ricostruito finora dalla Polfer, il capotreno avrebbe osato chiedere i biglietti ai pochi passeggeri pronti a salire a bordo, compresi i membri della banda sudamericana. Questi ultimi si sarebbero rifiutati di mostrare il titolo di viaggio e uno di loro ha estratto un machete da una borsa colpendo al braccio il capotreno.
Un fatto, questo, che oltre a essere gravissimo ed efferato in se’, fornisce di nuovo la misura dell’infernale meccanismo immigratorio generato dalla retorica ideologica buonista e a sua volta generatore di mostri, e solleva la questione delle capacità di difesa personale almeno per i soggetti più esposti alle aggressioni, inclusa la dotazione e l’uso delle armi.
Di più, scoraggiando attraverso la percezione di un pericolo diffuso la stessa libera circolazione, la tranquillità e la socialità delle persone per bene e soprattutto di quelle più indifese, determina un danno enorme e irreparabile all’intera comunità, tutt’altro che estraneo alle stesse difficoltà economiche della Nazione.
Francesco Meneguzzo
4 comments
E’ ormai abituale assistere al “rispetto ” che i controllori dei documenti di viaggio riservano agli immigrati sui treni, sugli autobus ecc.
Quando pescano un italiano senza biglietto “scatta la richiesta di documenti d’identità ecc con il dovuto tono minaccioso. Quando invece si tratta con immigrati, il timore revenziale domina la scena e quasi ci si scusa con fare contrito.
Siamo diventati un Paese i cui cittadini subiscono angherie e prepotenze da parte di chi stiamo mantenendo e che non fanno nulla per integrarsi.
Grazie sinistri !
è ora di finirla col buonismo,solidarietà e cagate varie..
siamo in guerra!!
Voi sempre a fomentare l’odio verso i ”migranti”..dai poverini lasciano la famiglia per venire in Italia..si sentono soli..e reagiscono così..dai poi..era solo un braccio..tanto ha l’altro..POVERI A NOI!! SIAMO ALLA FRUTTA!!
dopo 45 anni del tentato golpe Borghese, non sarebbe ora di portarlo a compimento oggi più che mai?