Roma, 22 apr – Chissà se i paladini delle porte aperte avranno qualcosa da dire oggi. Chissà se oggi straparleranno dell’importanza dell’accoglienza e di quanto sia importante abbracciare i migranti per far crescere l’Italia. Sì, proprio oggi che a Crotone un profugo 38enne del Camerun, ospite di un centro di accoglienza, è stato arrestato dalla polizia per aver violentato una bambina di 9 anni. L’orribile abuso sessuale è avvenuto per l’esattezza al Cara di Isola Capo Rizzuto, dove il camerunense, richiedente protezione internazionale era ospitato. La bimba è una sua connazionale.
Crotone, profugo del Camerun violenta bimba di 9 anni
Nei confronti del violentatore, il Tribunale di Crotone ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per violenza sessuale aggravata. Le indagini sono state avviate in seguito alla denuncia della madre della vittima, alla quale la piccola aveva raccontato che un un loro connazionale aveva abusato di lei approfittando di un momento in cui l’uomo era rimasto solo in compagnia della minorenne nel suo alloggio. Dopo il racconto della bimba e grazie alle indagini della Squadra Mobile, la Procura di Crotone ha valutato l’esito delle attività svolte e richiesto al Gip l’emissione della misura cautelare, prontamente eseguita.
Le dichiarazioni del sottosegretario all’Interno
“Una violenza raccapricciante, bestiale, quella di cui è stata vittima una bimba di soli nove anni all’interno del Cara di Isola Capo Rizzuto da parte di un migrante di 38 anni proveniente dal Camerun. Il governo farà tutto il possibile per dare sostegno alla piccola e alla sua mamma, il cui sogno di una vita migliore in Europa si è trasformata nel peggiore degli incubi”. E’ quanto affermato dal sottosegretario all’Interno, Wanda Ferro.
“Ringrazio la Squadra Mobile della Questura di Crotone e i magistrati della Procura – ha aggiunto il sottosegretario – che sono riusciti in poco tempo ad individuare ed arrestare il responsabile, un richiedente protezione internazionale. Dopo un fatto così drammatico e doloroso non c’è spazio per le polemiche politiche. È però evidente che un modello di accoglienza che apre le porte a migliaia di persone che arrivano sulle nostre coste in maniera illegale non può garantire dignità né sicurezza innanzitutto ai migranti, in particolare a quelli più fragili”.
“Rafforzare strutture e strumenti per identificare chi arriva – ha concluso Ferro – e accelerare i rimpatri di chi non ha titolo per restare legalmente in Italia è l’unico modo per garantire protezione a chi ne ha diritto attraverso canali sicuri e favorire l’immigrazione legale, l’unica che consente di costruire una reale integrazione attraverso la dignità del lavoro. La solidarietà non può essere uno slogan che si ferma davanti ai cancelli dei Cara”.
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La Redazione
1 commento
Basta perseverare nel rovinare il meridione d’ Italia anche con postacci di questo genere.
E’ un continuo minare la sua stabilità. Qualcuno a Bruxelles può farlo notare, o c’è sempre altro di più importante ?