Nairobi, 1 dic – Rita Fossaceca è stata uccisa con la complicità delle persone che vivevano con lei. Per l’omicidio della dottoressa italiana, uccisa sabato scorso nel corso di una rapina davanti alla sua famiglia a Mojomboni in Kenya, la polizia locale ha arrestato infatti tre persone: il giardiniere, il lavandaio e il cuoco, persone che condividevano di fatto l’abitazione della Fossaceca.
Sarebbero stati infatti loro a fare entrare i criminali. “Sabato sera gli italiani avevano fatto i bagagli e si preparavano a partire. Cenavano sulla veranda della casa, così i criminali sono potuti entrare indisturbati dal retro dell’edificio”, spiega Charles Owino, portavoce della polizia locale. “Abbiamo per questo subito sospettato che fosse implicato nella vicenda qualche interno alla casa, perché nessuno fuori sapeva che gli italiani stavano per partire. Ecco perché siamo andati ad arrestare i tre collaboratori“.
Un particolare inquietante, quello del coinvolgimento di quelli che di fatto erano i suoi coinquilini, che si aggiunge alla già drammatica dinamica dell’omicidio; dopo tanti anni la famiglia della Fossaceca si era decisa ad andare a vedere il lavoro svolto dalla dottoressa, che gestiva un orfanotrofio per conto della Ong italiana “For Life“, col risultato che lo zio e i genitori hanno dovuto assistere all’omicidio della figlia, rimanendo feriti anche loro nel corso della rapina.
Il governo keniota si è detto “inorridito dall’attacco criminale insensato su una ONG italiana”. Il rischio per il paese africano, sempre più martoriato dagli attacchi di gruppi fondamentalisti come al Shabaab, è quello di perdere molti turisti e di vanificare l’esempio di Papa Francesco che la scorsa settimana ha visitato il Kenya senza problemi.