Roma, 12 nov – Diciotto anni fa a Nassiriya, in Iraq, alle 10:40 locali (le 8:40 italiane) del 12 novembre 2003, un’autocisterna forza l’entrata della base Maestrale, presidiata dai carabinieri. E’ lanciata a tutta velocità, trasporta due attentatori e quasi 300 chili di esplosivo. Il carabiniere Andrea Filippa, di guardia all’entrata, abbatte uno dei due terroristi, ma il mezzo prosegue la sua corsa suicida. Poi l’esplosione che fa saltare in aria il deposito munizioni. Il bilancio è terribile: 28 morti, di cui 19 italiani (12 carabinieri, 5 militari dell’Esercito, un regista e un responsabile della cooperazione del ministero degli Affari esteri). E’ il più grave attacco subito dall’esercito italiano dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Strage di Nassiriya, l’appello di un superstite
In molte città italiane oggi si terranno momenti di raccoglimento, in questa “giornata della memoria” istituita dal Parlamento con la legge 162 del 2009 in concomitanza dell’anniversario della strage. Intanto però l’ex militare Riccardo Saccotelli, sopravvissuto alla strage di Nassiriya, si appella al premier Draghi. “Faccio un appello chiedendo di intervenire, anche contro il parere dell’Avvocatura dello Stato, come accaduto in altri casi, per risarcire i sopravvissuti di Nassiriya”, dice all’Adkronos Saccotelli, che all’epoca della strage aveva 28 anni. Adesso non è più in servizio e da anni porta avanti una battaglia legale per ottenere il risarcimento danni.
Si era già appellato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e all’ex primo ministro Giuseppe Conte. Lo scorso maggio ha scritto anche a Mario Draghi e torna a farlo ora con una “accorata richiesta di intervento e di vicinanza istituzionale, venuta a mancare in questi 18 anni che ci allontanano da quel mercoledì, giorno della strage”. Oggi Saccotelli appare però sconsolato, perché a suo avviso “lo Stato italiano si sente forte perché pensa che il passare del tempo e gli anniversari portano a dimenticare invece non è così. Il passare degli anni radica l’idea che il sacrificio sia stato inutile, che questo Stato non ti merita e che quello che hai fatto e quello in cui hai creduto non sia servito”.
1 commento
Lo Staterello responsabile deve inginocchiarsi e pentirsi per poter risarcire ! Come ha obbligato gli avversari che non erano avversari !