Piacenza, 17 nov – Una storia di ordinaria follia burocratica ai tempi del coronavirus ci arriva da un piccolo centro del lodigiano, Fombio, dove un signore di 68 anni, Giuseppe Mosconi, è stato prima vittima del coronavirus e, successivamente, della logica irrazionale della burocrazia. Mosconi lascia la sua abitazione, ove vive da solo, il 14 settembre, perché non si sente bene e decide di recarsi all’ospedale di Piacenza.
Ricoverato per Covid
Una volta qui, sottoposto al tampone di prassi, risulta positivo e viene quindi, viste le condizioni già critiche, ricoverato nel reparto di medicina d’urgenza. Mosconi aveva già precedentemente perso, proprio per Covid-19, uno dei fratelli e la moglie. Per questo, essendo in pensione e rimasto da solo, all’insorgere della sintomatologia del virus aveva deciso di recarsi in ospedale con il proprio veicolo. Qui le condizioni si erano aggravate fino alla morte. Ed ecco entrare in scena l’ineffabile burocrazia, che in tempi di crisi riesce sempre inevitabilmente a dare il peggio di se stessa.
Una montagna di multe
Infatti il Mosconi in ospedale ci era andato, come detto, con la propria autovettura, una Mercedes parcheggiata fuori dalla cinta muraria dell’ospedale. Qualcuno, avendo notato il veicolo e conoscendo la vicenda personale del Mosconi – soprattutto l’avvenuto decesso – lo aveva fatto notare alla polizia locale, affiggendo una serie di biglietti sul parabrezza dell’auto. A quanto pare, tutto inutile perché il veicolo del defunto è stato comunque per due mesi tappezzato con sanzioni per divieto di sosta e per il mancato pagamento del parcheggio.
Interpellato a proposito di questa oggettivamente incresciosa vicenda, il Comandante della Polizia Locale, Giorgio Benvenuti, si è difeso sostenendo che da un lato gli eredi del Mosconi verranno contattati per permettere loro lo spostamento del veicolo che nei fatti ormai da mesi giace abbandonato su uno stallo di sosta a pagamento; e dall’altro lato, ha fatto presente che le sanzioni sono state effettuate non dai vigili bensì da ausiliari del traffico. Verissimo, anche se vista la natura della vicenda gli organi della amministrazione avrebbero potuto dialogare tra loro, una volta che uno di essi era stato avvertito del decesso del proprietario del veicolo, e mettere in moto immediatamente la procedura per far rimuovere il veicolo.
Cristina Gauri