Parma, 8 dic – Prima rapina con lesioni gravi a 15 anni, e prima condanna e decreto di espulsione. A 18 anni, scoperto clandestino, patteggiava un anno di carcere con tanto di ulteriore decreto di espulsione. Niente, lui se ne fregava per continuare a fare danni.
Nel 2008, a 21 anni, colleziona una serie di condanne definitive per droga, danneggiamento, resistenza, lesioni, porto di armi improprie, così come nel 2011 e nel 2012, sempre per lesioni, e poi oltraggio e rissa. Un manuale del perfetto criminale di strada, questo Mohamed Jella – un nome un programma – il tunisino 28enne che nessuno pare sapere perché si trovasse ancora a calpestare il suolo di Parma e città vicine. E questo fa schifo quasi quanto le sue gesta, ma soprattutto è indiretta causa dell’ultima e più tragica: quella del 6 dicembre, quando ha selvaggiamente ammazzato Alessia Della Pia, delitto per il quale è ancora ricercato con l’accusa di omicidio volontario.
In ogni caso, al marzo 2011 risale una rapina particolarmente odiosa, a danno di una ragazza connazionale, picchiata e derubata di tutto mentre con in bicicletta attraversava un parco pieno di gente. Solo il coraggio della giovane permetteva, sette mesi dopo, di rintracciare e arrestare nuovamente il delinquente seriale. Era lui che picchiava la ragazza.
Per questa rapina, veniva condannato a tre anni e otto mesi di carcere, scontati a Ferrara, da cui è uscito lo scorso settembre, seguito immediatamente da un ordine di espulsione firmato dal questore della città estense. Niente di fatto, ovviamente.
Fino al 6 dicembre scorso quando, nel corso dell’ennesima lite, ha massacrato di botte fino a romperle i denti e la testa, e affogato nella vasca da bagno, la povera Alessia, sfortunata 39enne con un figlio ventenne e storie di dipendenza alle spalle, che nel suo alloggio popolare di Via dei Bersaglieri ospitava il mostro. Poche settimane d’inferno, quelle trascorse con l’uomo, che – abituato a sistemarsi dove capitava – nella casa della donna ci portava spesso anche una giovanissima “dai tratti orientali”, dicono i vicini, aggiungendo che probabilmente picchiava anche lei.
Poco chiari, infine, i particolari sugli ultimi momenti: un vicino avrebbe aiutato l’assassino ad aprire il cancello dello stabile all’ambulanza che stava sopraggiungendo, probabilmente non rendendosi nemmeno conto della situazione, mentre Jella viene descritto “disperato, in lacrime”, forse resosi conto all’ultimo istante dell’enormità del suo gesto. In fondo, nonostante la massa di reati di tutti i tipi, non risulta che abbia mai ammazzato in precedenza.
All’arrivo dei soccorsi, poi, l’uomo ha fatto perdere a piedi le proprie tracce, scomparendo per essere probabilmente inghiottito dal sottobosco clandestino e criminale che nella Parma del sindaco pentastellato Pizzarotti pare crescere di giorno in giorno come un buco nero.
Francesco Meneguzzo
1 commento
se lo beccano e quando lo beccano, si limiteranno a condannarlo a cinque o sei anni se va bene…