Voghera, 20 giu – Sprechi economici, accoglienza incondizionata, leggi travisate e sovvertite. Quando si parla di immigrazione le istituzioni, dalle locali alle nazionali, chinano la testa davanti ai diktat alfaniani e dell’Unione Europea. Ma, a Voghera, comune nella provincia di Pavia, il neo-consigliere comunale, Marco Sartori, in quota Lega Nord, ha formulato il “Modello Voghera” che in 18 mesi ha portato alla modifica del regolamento comunale, facendo diminuire in maniera sostanziale i contributi agli extracomunitari che non avevano diritto ad accedervi. Attraverso le sue parole andiamo a scoprire, nel dettaglio, come si sviluppa questo “brevetto”.
Sartori, ci dica da dove nasce il “Modello Voghera”?
Semplicemente dal d.p.R. 445/00, nel quale si chiede che l’extracomunitario certifichi la sua patrimonialità, mobiliare e immobiliare, nel paese d’origine. Il certificato deve essere rilasciato dalla competente autorità dello stato estero, da cui proviene il soggetto, tradotto nella nostra lingua dall’autorità consolare italiana in quel paese che, di conseguenza, ne attesta la conformità.
In pratica è dal 2000 che questo decreto è rimasto nel cassetto?
Si, sono stato il primo in Italia ad applicarlo. In passato semplicemente veniva chiesta un’autocertificazione, tramite ISEE, e la vera certificazione del patrimonio nel paese d’origine era solo una chimera. La mia proposta ha provveduto a modificare il regolamento comunale, portando benefici, tangibili al comune di Voghera.
In 18 mesi di applicazione, c’è stato una riduzione del 50% delle domande di contributi economici agli extracomunitari, per un risparmio pari a 135.104 euro.
Un risultato importante.
Consideriamo che ci sono due tipi di benefici. Uno, non in termini economici, che è quello delle graduatorie per l’assegnazione delle case popolari. In questo modo, certificando i redditi degli extracomunitari, la precedenza per gli alloggi va agli italiani, dunque va a chi ha veramente bisogno di accedervi. In secondo luogo, come detto, in termini di contributi, non andando a toccare il portafoglio dei contribuenti.
Di conseguenza tutti felici e contenti a Voghera?
Macché, quando si tocca nel vivo i problemi nel nostro popolo si incontrano sempre grattacapi. Moreno Baggini, ex assessore ai servizi sociali – a Voghera si è svolto da poco il ballottaggio, con la riconferma a sindaco di Carlo Barbieri (Forza Italia), ndr – vice direttore della Caritas diocesana di Tortona, si è preso la responsabilità di disapplicare la normativa.
Come?
In barba alla sentenza favorevole del Tribunale di Pavia, del 6 agosto 2014, nella quale si dice che i discriminati sono i cittadini italiani, su questo argomento. Si è preferito continuare a nascondere la testa sotto la sabbia, disattendendo anche le indicazioni del Governo Renzi, che in materia di patrimonialità, oltre all’autocertificazione, suggerisce agli enti locali di applicare i criteri di legge, come nel caso di Voghera.
L’ASGI – Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione – ha portato lei e la Lega in tribunale per discriminazione razziale.
Si, ma in primo grado abbiamo vinto. L’assurdo è che quando si cerca di applicare le norme vigenti, rendendo un servizio alla comunità e alla nostra nazione, ci siano prezzolati benpensanti, che in nome dell’accoglienza a tutti i costi, danneggino gli italiani.
Per concludere, questo suo progetto sta facendo il giro d’Italia. Ci dica quali altri comuni hanno seguito la via vogherese.
Vigevano e Mortara in provincia, ma anche Albino, nel bergamasco e Tolentino nel maceratese. Sopratutto, in quest’ultimo, nella Marche, su mio suggerimento, è stato applicato anche il d.p.R. 394/00, sulle norme di condizione dello straniero in Italia, con un risparmio sui contributi anche per quanto concerne i cittadini comunitari.
Lorenzo Cafarchio