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Mix vaccini, è caos totale. Pure gli esperti sono divisi

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 14 giu – E’ caos sul mix di vaccini dopo lo stop del governo a Astrazeneca per gli under 60, e pure gli esperti si dividono sull’opportunità di fare la seconda dose con preparati differenti. La sensazione è che al di là dei pareri contrastanti e anzi proprio in virtù di questi i cittadini sono ancora più confusi sul da farsi. Se il governo aveva puntato tutto sui vaccini per liberarsi del Covid, l’ennesimo dietrofront su Astrazeneca disorienta ulteriormente la popolazione. Risultato: di certo, come dire, non cresce la voglia di vaccino.

Mix vaccini, esperti divisi. Palù (Aifa): “Stimola meglio il sistema immunitario”

Il mix vaccinale divide pure le regioni, con la Campania che sfida il governo e dice no. E pure gli esperti in materia non appaiono tutti dello stesso avviso. Anzi. “In questo momento è giusto sentire tante voci ma il dovere di chi rappresenta le istituzioni è dare un’informazione corretta“, dice il presidente dell’Aifa-Agenzia italiana del farmaco Giorgio Palù. “Il 9 giugno – spiega – l’Aifa ha espresso un parere sulla vaccinazione eterologa sulla base degli studi che stanno emergendo, e ci sono studi nel Regno Unito, in Francia, in Germania. Tutti dimostrano cose che sapevamo: due vaccini diversi stimolano meglio il sistema immunitario“. Insomma, per Palù, intervenuto ai microfoni di Che giorno è su Rai Radio 1, il mix è meglio ancora.

Cavaleri (Ema): “Possiamo autorizzare mix solo dopo dettagliati dossier delle aziende”

Regna la confusione e ora anche gli over 60 temono per la seconda dose di Astrazeneca. Marco Cavaleri, responsabile vaccini e prodotti terapeutici per Covid-19 dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema) in un’intervista al Giornale, spiega che la seconda dose di vaccino anglo-svedese non è un problema: “La seconda dose si può dare a tutti. Ma i Paesi possono decidere che strada percorrere in base alla disponibilità dei vaccini“, risponde Cavaleri. Per quanto riguarda il mix di vaccini, “la scelta dell’eterologa fatta dall’Italia e dalla Germania ha una sua logica. Ema però può solo formalmente autorizzare lo scambio di vaccini solo dopo la presentazione di dettagliati dossier da parte delle aziende“, precisa Cavaleri.

Rasi (ex Ema): “Vaccinazione eterologa potrebbe dare risposta migliore”

“Molti immunologi, tra cui il sottoscritto, sono convinti che più stimoli in maniera differenziata il sistema immunitario e meno effetti collaterali hai e più anticorpi produci. Questo sembra sostenuto dai primi studi anche se ancora non pubblicati. La vaccinazione eterologa è dunque efficace e sicura, e potrebbe portare a una risposta immunitaria migliore“, sostiene convinto Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Ema e consulente del commissario straordinario all’emergenza coronavirus, generale Francesco Paolo Figliuolo, ospite di Agorà su Rai3.

Garattini: “Lasciamo a cittadini scelta dose”

“Uno studio inglese e uno spagnolo indicano che dopo” la prima somministrazione “si può fare un vaccino a Rna messaggero, ottenendo un buon risultato dal punto di vista della risposta anticorpale. A livello di sicurezza non c’è problema. D’altra parte non ci sono ragioni teoriche per pensare che non si possano usare due vaccini diversi”. Così il farmacologo Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto Mario Negri, in un’intervista a Repubblica. “E’ difficile obbligare a fare un richiamo diverso. Io dico di essere pragmatici: lasciamo ai cittadini la scelta della dose, proprio per aumentare la copertura vaccinale”, suggerisce Garattini. Poi l’esperto punta il dito contro il ministero della Salute e la comunicazione a dir poco caotica fatta sulla campagna vaccinale. “E’ mancato un sistema di comunicazione efficiente da parte del servizio sanitario nazionale. Il responsabile finale è il ministero alla Sanità. Ha il compito di prendere decisioni e spiegarle bene”, è la critica di Garattini.

Bassetti contro Garattini: “Vaccino scelta che spetta al medico”

La proposta di Garattini di dare libera scelta ai cittadini sulla seconda dose è bocciata senza appello da Matteo Bassetti. “Sono sempre stato nemico della possibilità che le persone possano scegliersi il vaccino anti-Covid, perché il vaccino è una scelta che spetta al medico. L’unica persona in grado di decidere dopo l’anamnesi della persona il vaccino più indicato”. Non ha dubbi il direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, commentando quanto proposto da Garattini. Sulla vaccinazione “eterologa” Bassetti ricorda che “il mix di vaccini si può fare, ci sono almeno tre studi avanzati (in fase 2) che dimostrerebbero che funziona e potrebbe dare risposta migliore“.

Vaia (Spallanzani): “Con seconda dose diversa risposta anticorpi forse potenziata”

Un altro convinto che il mix sia un bene è Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani. Con la seconda dose di Pfizer o Moderna dopo la prima dose di Astrazeneca, “la nostra capacità di formare anticorpi” potrebbe essere “addirittura potenziata”, dice. L’esperto, ospite di Sky Tg24, spiega qual è il nodo: “Dobbiamo evitare di mettere in discussione lo strumento vaccino” e i cittadini “devono avere fiducia” per una seconda dose diversa dalla prima. “A coloro che hanno fatto la prima dose di Astrazeneca e che sono sotto i 60 anni potremmo inoculare un altro vaccino Rna messaggero”, spiega Vaia. In conclusione, “dico ai cittadini: fidatevi della scienza, finalmente abbiamo una linea chiara“.

Crisanti: “Mix non supportato da dati”

Chi invece è contrario al mix è Andrea Crisanti. La soluzione “non è supportata da dati. A questo pasticcio che è stato fatto si cerca di rimediare proponendo la doppia vaccinazione. Personalmente penso che dal punto di vista immunologico scientifico non ci dovrebbero essere problemi. Ma rimane il fatto che implementiamo una misura che dal punto di vista sperimentale non è supportata da dati“, fa presente il docente ordinario di Microbiologia all’università di Padova. Intervenendo a Mezz’ora in più su Rai3, Crisanti attacca il governo: “I vaccini” a vettore virale “ai giovani non si sarebbero dovuti dare. Questa è una situazione nella quale non ci saremmo dovuti trovare”, dice in merito alla 18enne ligure morta di trombosi dopo il vaccino Astrazeneca. “Le indicazioni del Cts e di Ema – spiega Crisanti – erano chiare, ‘preferenzialmente agli over 60′”.

Adolfo Spezzaferro

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