Roma, 21 giu – Come se non bastasse il business dell’immigrazione, a Roma si lucra anche sui campi nomadi. Fra mazzette e accuse di corruzione, la Procura della capitale ha scoperchiato un sistema di tangenti che ha portato alla richiesta di arresto per otto persone.
L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, è distinta da quella passata alla storia come “Mafia Capitale”, ma presenta molti elementi (e alcuni soggetti) in comune. Spicca, ad esempio, il nome di Emanuela Salvatori, la funzionaria del Comune già condannata a novembre per i suoi rapporti con Salvatore Buzzi. Lo schema criminale, invece, sembra sempre lo stesso: cooperative e dipendenti pubblici in combutta per facilitare alle prime le assegnazioni, in questo caso della gestione dei campi rom e dei relativi appalti. L’attività di indagine ha preso il via da alcune intercettazioni, cui sono seguite delle riprese video: in una di esse si vedrebbero gli scambi di denaro (le mazzette avevano valore ciascuna attorno ai 3mila euro) effettuati, alla luce del sole, anche all’interno dei locali del comune.
E’ così che il giudice per le indagini preliminari Flavia Costantini ha, su richiesta dei pubblici ministeri, disposto l’arresto per Roberto Chierici, Massimo Colangelo, Loris Talone e Salvatore di Maggio. I primi due sono rappresentanti di alcune cooperative, il secondo è assessore all’agricoltura di Artena, comune della città metropolitana di Roma, mentre il quarto è il presidente della onlus “Consorzio Alberto Bastiani”. Misura cautelare disposta anche per Eliseo De Luca, vigile urbano di Roma alle dipendenze del dipartimento delle politiche sociali del comune di Roma, che finisce ai domiciliari insieme ad Alessandra Morgillo (anche lei dipendente del Campidoglio) e Vito Fulco, funzionario legato alla Salvatori.
Nicola Mattei
2 comments
Però sono uscite nuove applicazioni per lo smartphone ….e sono contenti , tra poco anche il Wi-Fi anche nelle lattine di tonno
Ma come mai nel 1992 mani pulite aveva risolto ……..