Roma, 22 ago – Un’inchiesta giornalistica realizzata dall’Ansa scatena perfino la divisione antiterrorismo della Questura di Roma. Il pericolo deriverebbe da una presunta organizzazione finalizzata a combinare matrimoni fittizi tra italiani indigenti – generalmente femmine ma anche maschi – e aspiranti immigrati regolari, i quali potranno poi ottenere permessi di soggiorno per ricongiungimento familiare.
Tra questi immigrati, infatti, secondo gli inquirenti potrebbero annoverarsi anche potenziali terroristi che avrebbero via libera per infiltrarsi in Italia e in Europa.
Gli ambienti del disagio sociale, in particolare a Roma, come mense per i poveri e case occupate, sarebbero il territorio di reclutamento di italiani in difficoltà economiche disposti a sposare stranieri soprattutto in nord Africa.
Una donna, identificata dall’Ansa come “S.”, a 33 anni è pronta al suo terzo matrimonio, solo in attesa del biglietto per Il Cairo e dell’anticipo di mille euro sui novemila totali. Una bella cifra per chi tira avanti senza redditi regolari in un locale di 30 metri quadri nella periferia romana. Non sa nemmeno chi sia il promesso sposo, solo che è medio-orientale, e che dovrà trattenersi per qualche settimana al Cairo fino a quando non saranno registrate tutte le pratiche per il matrimonio. Nel frattempo, le hanno spiegato, meglio non vedere o contattare nessuno: “Non mi preoccupo di nulla, è già successo in passato. Quei soldi mi servono, me ne hanno promessi tanti, ma in verità andrebbero bene anche molto meno”, spiega S., prendendo in braccio la sua bambina di due anni.
“Non lavoro e non mi sento una delinquente, questa è una cosa sicura. Non è un reato e se vengo pagata non vedo cosa ci sia di male – aggiunge la donna – La prima volta ho persino sposato un transessuale brasiliano qui a Roma, così ora è nella Capitale. Poi abbiamo aspettato che passasse un po’ di tempo e abbiamo divorziato… per me non conta nulla, mi interessa solo tirare avanti”.
Ad alzare l’attenzione dell’antiterrorismo, però, il fatto che appena due giorni dopo l’attentato del Cairo dell’11 luglio, in Italia sarebbero arrivate due richieste di nozze combinate con offerte di pagamento raddoppiate, una per un siriano che attendeva fiducioso nel deserto.
“Ne abbiamo organizzati recentemente almeno una decina – spiega ancora all’Ansa tale “A.”, un quarantenne italiano coinvolto nel traffico, impegnato anche a sbrigare le pratiche burocratica sbrigando le pratiche e procurando i documenti da portare all’ufficio anagrafe – Dal Cairo, attraverso l’ambasciata italiana arrivano la richiesta di matrimonio e una volta ottenuti i documenti necessari si parte per l’Egitto. È chiaro che attraverso le nostre conoscenze riusciamo ad avere delle facilitazioni in Egitto e nell’arco di un paio di settimane l’uomo o la donna italiana appena sposata viene liquidata del suo compenso e può tornare a casa”.
La rete clandestina organizzerebbe dunque i matrimoni per diverse migliaia di euro. “Recentemente ne abbiamo organizzati una decina”, rivela la fonte dell’Ansa.
Come quelle del Signore, anche le vie dell’immigrazione sarebbero quindi infinite e qualcuno desideroso di lucrarci sopra, per avidità o per bisogno, si trova sempre, all’estero come in Italia. Con questa brillante soluzione dei matrimoni combinati, certo non nuova – già nel lontano 2009 si stimava che almeno la metà di questi, celebrati in Italia, fossero fasulli – ma che pare aver compiuto un notevole salto di scala e organizzativo, calano ombre pesanti anche sull’immigrazione presunta “regolare”.
Francesco Meneguzzo
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