Massa, 26 nov – Non c’è pace per la stele di marmo dedicata a Ubaldo Bellugi, drammaturgo, poeta dialettale e figura da sempre legata della città di Massa. Sulla stele, eretta nel marzo 2019 all’interno del parco dei Quercioli, è incisa la poesia Primavera de Massa, ma la sua installazione è stata da sempre avversata dalla sinistra massese e dall’Anpi locale. Il motivo? Bellugi fu fascista. Inoltre, le polemiche che hanno accompagnato l’inaugurazione dell’opera hanno più volte portato ad atti vandalici, l’ultimo dei quali è avvenuto qualche sera fa, come ha denunciato oggi Francesco Persiani, sindaco di Massa.
Il sindaco di Massa: «Gesto incivile e vigliacco»
«Ignoti qualche sera fa hanno imbrattato volgarmente la lastra di marmo su cui è incisa la poesia di Bellugi al Parco dei Quercioli», ha scritto stamattina il sindaco sui suoi canali social, allegando la foto della stele vandalizzata. «Non mi soffermo sulla inciviltà del gesto, frutto di ignoranza e viltà, ma forse presto grazie alle telecamere di sorveglianza presenti, l’autore o gli autori non saranno più così ignoti», ha annunciato Persiani. In effetti, l’installazione di telecamere in loco si è resa necessaria dopo due casi di vandalismo avvenuti a ridosso dell’inaugurazione. Il primo si è verificato ancora prima che venisse incisa la poesia, e il secondo subito dopo.
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Chi era Ubaldo Bellugi
Ubaldo Bellugi (1899-1992) fu un fascista della prima ora, e anzi fu attorno alla sua figura che si formò il primo nucleo massese del movimento mussoliniano. Dal 1927 al 1938 ricoprirà quindi la carica di podestà cittadino. Un periodo durante il quale Bellugi lasciò un segno indelebile: fu sotto la sua amministrazione che Massa assunse la sua veste moderna, dal viale a mare (Viale Roma) ai ponti sul Frigido, dalle Poste alle colonie, tra cui la Torre Fiat (ex Torre Balilla), rara perla di architettura razionalista, per arrivare sino al restauro della facciata del Duomo. Ma oltre alla sua carriera politica, Bellugi fu appunto anche poeta e drammaturgo, professione che svolse con successo anche nel dopoguerra.
Vittoria Fiore