Roma, 27 apr – “Bisogna uscire dalla logica della costrizione e della multa, a scuola e cinema non serve a nulla e gli italiani non sono cretini“: Matteo Bassetti si scaglia contro la proroga dell’obbligo di mascherina al chiuso, in scadenza il 30 aprile. “C’è anche una parte di indisciplinati, che poi saranno gli stessi che non si sono vaccinati, ma la stragrande maggioranza dei cittadini hanno seguito le indicazioni. Allora serve condivisione e rendere partecipe il cittadino: io ti raccomando di usare la mascherina ma non ti obbligo più tranne negli ospedali e sui trasporti pubblici. Il resto è anacronistico“. Non ha dubbi l’infettivologo, interpellato da Adnkronos Salute.
Bassetti contro la proroga dell’obbligo della mascherina al chiuso: “Inutile, gli italiani non sono cretini”
In un video pubblicato sulla sua pagina Facebook, Bassetti punta il dito contro il governo: “Resteremo l’unico Paese europeo con l’obbligo della mascherina“. Evidentemente, “nella gestione del Covid ad alcuni piace tendere più a Oriente che a Occidente”, è l’attacco dell’infettivologo. “Rimaniamo uno dei pochi Paesi al mondo ad avere l’obbligo del dispositivo al cinema e a scuola, dove non serve proprio a nulla”, ribadisce il direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.
L’infettivologo: “Resteremo l’unico Paese in Europa con l’obbligo della mascherina”
“Il ministero della Salute ha grande responsabilità su alcune scelte, vadano per la loro strada ma non è questo il modo di affrontare la problematica – avverte Bassetti -. La mascherina serve ma non serve l’obbligo per tutti dappertutto. Dobbiamo riabilitare la mascherina mentre in due anni è stata svilita. Considerandola uno strumento vessatorio. Se – conclude l’infettivologo – dal primo maggio si deciderà di mantenere l’obbligo al chiuso saremo l’unico Paese in Europa”. In realtà, secondo le anticipazioni del sottosegretario alla Salute Andrea Costa, l’intenzione del governo è proprio quella di prorogare l’obbligo nella stragrande maggioranza dei casi.
Adolfo Spezzaferro