Roma, 7 nov – “Che vuol dire positivo? Positivo vuol dire contagioso, no? Anche nella vagina delle donne ci sono i batteri. Ma mica tutti sono patogeni”. Così Claudio Lotito, presidente della Lazio, si è improvvisato virologo in un’intervista concessa a La Repubblica. Un’uscita choc, quella del numero uno del club biancoceleste, che inevitabilmente ha scatenato una ridda di polemiche. Ma Lotito è andato oltre, attaccando a gamba tesa sulla questione tamponi. “Ce stanno a fa’ il gioco delle 3 carte. Cairo mi odia, per questo mi attacca”, ha detto Lotito. “Anche Tare è positivo. Ma oggi nessuno ti dice se uno infetta oppure no“, ha aggiunto, rivelando così la positività del direttore sportivo della Lazio.
“Cairo mi odia, ma perde sempre”
Poi Lotito ha provato a spiegare la situazione di Ciro Immobile: “L’ha valutato il medico, gli ha rifatto l’idoneità sportiva e la capacità polmonare a riposo e sotto sforzo, stava meglio di prima“. Mentre “un altro giocatore che era risultato positivo ai test della Uefa si è andato a fare un tampone per conto suo. Ed è risultato negativo”, ha detto il presidente della Lazio, contestando anche l’attendibilità dei test effettuati dalla Uefa. Ma Lotito sembra averne soprattutto con Urbano Cairo: “Lui mi odia a morte dopo che ha perso con me, i suoi giornali mi attaccano per questo. Ma perde sempre, è l’ultimo in classifica”.
Lotito ha poi detto la sua anche sulla decisione di concedere alla Futura Diagnostica di Avellino il compito di processare i tamponi della Lazio, specificando che prima aveva preso in considerazione il Campus biomedico e l’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani. La sua scelta è però ricaduta sul centro polispecialistico campa, perché “se lo immagina la gente in fila e noi che passiamo avanti? Non mi andava che si pensasse che i giocatori avessero una corsia preferenziale rispetto ad altri cittadini“, ha detto Lotito al giornalista di Repubblica.
Alessandro Della Guglia