Roma, 14 nov – «C’è stata una iniziale ma chiara decelerazione della curva». Questo l’annuncio del presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, avvenuto nel corso dell‘ultima conferenza stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio delle Regioni condotta dalla Cabina di regia. Le osservazioni indicano che la curva ha iniziato ad appiattirsi ma non ancora a scendere. Secondo Locatelli la tanto sofferta e controversa suddivisione per colori delle regioni «sta portando i suoi primi frutti, permette di riuscire a gestire una situazione che comunque rimane critica».
Gianni Rezza, direttore generale della prevenzione del ministero della Salute ha puntualizzato comunque che occorreranno altre due settimane per considerare «l’eventuale ritorno delle Regioni al colore giallo». In caso di peggioramento, invece, «si passa subito al livello superiore, perché abbiamo bisogno di un sistema di allertamento precoce». Sta aumentando, avverte Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, «L’età media dei contagiati – anche se, precisa – non siamo ai livelli di marzo».
Un primo segnale di miglioramento arriva dal fatto che l’indice di replicazione del virus Rt ha iniziato a diminuire, da un massimo di 1,7 nelle scorse settimane, è scesa a 1,4. «Ieri – ha detto Locatelli – è stato il quarto giorno di fila in cui si osservava un calo nell’aumento delle terapie intensive». Ieri l’occupazione delle terapie intensive era aumentata di 60 posti, il giorno prima 89, tre giorni fa 110 e quattro giorni fa 122.
Infine, Rezza ha finalmente sfatato il mito degli assembramenti estivi come prima causa dell’aumento dei contagi in autunno, attribuendolo invece alla ripresa delle attività: «C’è stato un grande aumento dei casi di Covid, anche a livello europeo, dopo l’Estate ma credo che sia difficilmente attribuibile ai focolai estivi; piuttosto, il riprendere delle attività a settembre ha aumentato la circolazione virus»
Cristina Gauri