Roma, 20 dic – Questa mattina è stata diffusa nelle scuole italiane una circolare a firma del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, dove viene confermato il divieto di utilizzare il cellulare durante le lezioni, trattandosi di un “elemento di distrazione propria e altrui, oltre che di una mancanza di rispetto verso i docenti”, come d’altronde già stabilito, lo ricorda proprio la circolare in una nota, dallo Statuto degli studenti del 1998 e da un’altra circolare ministeriale del 2007. Il ministro ha sottolineato i rischi per la salute degli studenti nell’uso perdurante dei cellulari, oltre che per l’impatto sull’apprendimento.
Valditara pensa ai cellulari mentre taglia altri 4 miliardi all’istruzione
Il tema dei cellulari tiene banco da mesi, e l’intero dibattito sulla scuola sembra essersi relegato al solo inutile dilemma smartphone si/no, nessuna parola del ministro Valditara sulla situazione emergenziale delle strutture edilizie di migliaia di istituti in tutta la penisola, o sulla pratica dei PCTO che ha portato solamente a sfruttamento e studenti morti, nessun accenno al generale decadimento del sistema scolastico italiano, ormai vecchio e in rovina, che ogni anno perde sempre più studenti. La linea del governo di centrodestra è stata invece quella, come sempre, dei tagli e della decrescita: 4 miliardi in meno previsti nella manovra per quanto riguarda l’istruzione pubblica. L’agenda Draghi è ben salda e stabile, e nessuno sembra voler invertire la rotta.
Il solito centrodestra bacchettone a cui piace punire
Tagli e bigottismo repressivo, ecco la ricetta di ogni buon governo di centrodestra, conservatore e con il pallino dell’ordine. Come sempre la politica risponde malamente a domande sbagliate, l’educazione non può andare avanti a divieti, lavori sociali per studenti che non seguono le regole e all’umiliazione come pratica pedagogica. La scuola non deve essere il luogo del moralismo bacchettone e penitenziario, utile ad allevare soltanto precari ammaestrati al controllo e alla punizione, la sua funzione è un’altra ed è quella di alimentare l’individuo, favorire la partecipazione, l’azione e il superamento di sé.
Andrea Grieco
8 comments
Sior Grieco, quindi la sua soluzione è quella di permettere agli studenti di fare ciò che più gli aggrada laureandoli poi tutti. Italia con un elevato percentile di laureati per fare in invidia all’Europa, laureati che però alla prova dei fatti valgono quanto i loro nonni che passavano gli esami col 18 politico.
L’articolo è scritto da uno che evidentemente non sa in che condizioni è ridotta la scuola, per colpa di chi non ha capito che le punizioni e i divieti sono strumenti logici per un’educazione efficace. L’Italia è degradata proprio perché nessuno si sente responsabile di niente.
Personalmente non sono d’accordo con la disamina: vietare i cellulari è GIUSTISSIMO, sono oggettivamente strumenti di riduzione di capacità cognitive, di attenzione e di campo visivo, specialmente nei giovani che devono viluppare capacità motorie e naturali. Detto questo, è logico come servano ulteriormente investimenti in più
Quindi per l’autore dell’ articolo il fatto che i ragazzi stessero al cellulare durante le lezioni è una cosa normale???? Io nemmeno sapevo che era permessa una tale distruzione di ogni autorità del professore e di farsi completamente i fatti propri al posto di seguire lezioni pagate dallo stato e cioè da noi
concordo con il ministro:
se fosse per me,introdurrei una scuola sul modello giapponese o cinese,
fortemente meritocratica e con regole applicate severamente.
Non ho commentato causa perplessità (sostanzialmente la penso come i commentatori che mi hanno preceduto), e quindi pausa per comprendere di più sui modi e tempi d’ azione … Certo, trovo ben peggiore il silenzio significativo che perviene da Università-Ricerca, ministro (sic, doppio sic !!), A.M.Bernini !! Laddove girano costosi, se non peggio, programmi da cestino (e sono buono), che incidono da subito sul ns. vivere quotidiano -e pure sul ministero della Istruzione.
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