Bergamo, 16 nov – Forse è stata una lite per motivi legati allo spaccio. O magari l’acredine è nata per chissà quali motivi: uno sguardo, un complimento a una donna. Chissà.
Di sicuro c’è solo che la reazione di un 15enne marocchino è stata durissima: Mohamed El Khouman, 30enne, anche lui marocchino, è stato ucciso a colpi di machete e pistola, stesse armi con cui è stato ferito gravemente suo fratello più giovane della vittima, Otmane.
Tutto questo non è successo a Rabat ma a Zingonia, nella Bassa bergamasca. Mohamed è stato sorpreso a colpi di pistola. Una volta a terra è stato finito a colpi di machete e roncola. Il tutto a 50 metri dalla caserma dei carabinieri, poco lontano da piazza Affari, noto centro di spaccio di droga e prostituzione.
Il marocchino superstite è riuscito a mettersi in salvo e si è trascinato fino alla stazione dei militari per dare l’allarme. Poi si è accasciato a terra. È gravissimo.
Il responsabile sarebbe un adolescente senza fissa dimora, fermato nella notte dai carabinieri di Bergamo e ascoltato questa mattina dal procuratore capo della Procura dei minori di Brescia, competente anche sul territorio di Bergamo. Non si sa ancora se il 15enne abbia fatto il nome di eventuali complici, ma pare che abbia giustificato il suo gesto come una reazione di fronte alle minacce di Mohamed.
Giuliano Lebelli