Roma, 1 apr – Il dibattito sulle fake news e disinformazione mette sull’attenti tutti coloro i quali pensano che l’infosfera sia un territorio neutrale, tutto rosa e fiori, dove i media buoni diffondo verità assolute e, invece, quelli cattivi, pensano solamente ad inquinare il flusso di notizie con propaganda e falsità. Questa è la visione del senatore di Italia Viva Enrico Borghi, il quale qualche giorno fa ha firmato un ddl che prevede l’istituzione di un ente specifico per questo scopo: l’Agenzia per la disinformazione e la sicurezza cognitiva (Adisc). Una sigla che mette i brividi e fa pensare subito alla Corea del Nord del simpatico Kim Jong-un.
La lotta alle fake news è solo un’altra limitazioni della libertà
L’obbiettivo di questa organizzazione, secondo il renziano Borghi, sarebbe quello di analizzare il flusso dell’informazione tra media e social media per “registrare eventuali attività di ingerenza” e fake news a danno delle istituzioni e della sicurezza nazionale. Una caccia alle streghe su social, programmi tv e addirittura redazioni di giornale per scovare i vari putiniani, complottisti, no vax e, perché no, segnalare movimenti politici considerati pericolosi. Il senatore ha affermato al Fatto Quotidiano: “Nessuno si sogna di introdurre modelli censori o controlli. Ma altro conto è la disinformazione, ovvero la manipolazione delle informazioni, costruita ad arte da strutture specializzate”. Come se l’informazione mainstream stessa fosse veramente indipendente e sana.
L’informazione vera non esiste
Dietro le principali testate o i più importanti canali social c’è sempre la presenza di grandi gruppi di interesse, così come durante determinati periodi (vedi l’Italia durante la Pandemia) la comunicazione è direttamente plasmata secondo calcoli ben orchestrati. Avere un flusso di informazioni libero e diversificato non è sicuramente positivo per il sistema capitalistico nel quale viviamo, per questo tutto il richiamo al debunking delle fake news e ai fantomatici Fact-checkers non è altro che funzionale ad una ben determinata narrazione. Quid custodiet ipsos custodes? (Chi controlla i controllori?) si chiedeva il poeta latino Giovenale nella VI Satira. L’informazione non è neutrale, così come non lo sarebbe un’agenzia deputata a controllarla.
Andrea Grieco